Nuove disposizioni da parte della Cei per la fase 3, che riguardano sia la modalità di distribuzione della Comunione che la celebrazione dei matrimoni.
Il Comitato Tecnico Scientifico ha accolto la richiesta avanzata dalla Cei in merito alle misure precauzionali adottate dai sacerdoti.
Si tratta nello specifico, della deroga all’obbligo dell’uso dei guanti da parte del sacerdote al momento della distribuzione della Comunione ai fedeli.
Decade l’obbligo da parte del presbitero di indossare i guanti al momento della distribuzione della Comunione. Con l’esortazione che il sacerdote “proceda ad una scrupolosa detersione delle proprie mani con soluzioni idroalcoliche“. Stessa cosa vale anche per i fedeli, a cui continua ad essere raccomandato di detergersi le mani prima di ricevere l’ostia. Rimane invece l’ammonimento di evitare la Comunione direttamente in bocca.
Di tutti gli ambienti che frequento in questo periodo della fase 3, posso affermare senza ombra di dubbio, che quelli più sicuri sono le chiese. Sia quelle della mia città, La Spezia, come quelle di Lucca, Firenze e poi Roma che ho visitato di recente. Stesso rispetto rigoroso a tratti anche rigido delle misure precauzionali, come non ho riscontrato in nessun altro luogo, dalle stazioni, ai mezzi di trasporto, ristoranti, negozi, e bar.
Ho visto sacerdoti che non solo indossavano scrupolosamente i guanti, ma si detergevano accuratamente le mani prima e dopo. Addirittura una volta mi è capitato di partecipare alla Messa in una chiesa dove il celebrante, prima della Comunione, si è disinfettato con cura le mani, ha messo i guanti e poi ha distribuito la particola ai presenti con la pinzetta cosiddetta eucaristica.
La prudenza è giusta ma sempre con buon senso e senza degenerare in eccessi che sono l’espressione di una fobia che è paura, e allora diventa un condizionamento che ci imprigiona nella inflessibile osservanza che diventa schiavitù. Ben venga dunque questo nuovo provvedimento da parte della Cei in accordo col Governo.
Gli sposi potranno finalmente tornare a baciarsi sull’altare senza mascherine. Cade l’obbligo per i futuri coniugi di indossare la mascherina al momento della celebrazione. Il Comitato Tecnico Scientifico è arrivato a una illuminata conclusione: “(..) non potendo certamente essere considerati estranei tra loro, i coniugi possano evitare di indossare le mascherine”.
Rimane invece confermata l’indicazione per il sacerdote di proteggere le vie respiratorie e di mantenere la distanza di almeno un metro dagli sposi. Sempre il Comitato Tecnico Scientifico ritiene che tale raccomandazione possa estendersi anche alla celebrazione del matrimonio secondo il rito civile o di altre confessioni religiose.
Simona Amabene
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