Fabo: Parla il suo fisiatra una scelta dolorosa , ma forse con l’aiuto della fede

 

In tanti hanno espresso la propria opinione sull’accaduto, ci sono gli oltranzisti che non accettano il suicidio del giovane e chi, al contrario, utilizza questo triste evento per generare una polemica contro il governo e la società italiana a loro dire retrograda ed arretrata. Entrambe le posizioni hanno i loro punti di forza, gli oppositori dell’Eutanasia possono basarsi sul diritto alla vita e sull’idea che il suicidio sia una sconfitta per il soggetto coinvolto e per tutto il sistema sanitario, mentre i sostenitori dell’eutanasia possono basarsi sui diritti individuali e sull’empatia suscitata da un uomo o uomini che non hanno prospettive di vita esaltanti.

 

Come fare a decidere a tavolino se sia giusto o sbagliato senza aver provato il dolore della persona che ha preso una simile decisione? Come condannare una decisione così delicata senza avere la minima cognizione di cosa significhi vedersi crollare il mondo attorno? Da un punto di vista esclusivamente religioso c’è lo spettro dell’inferno, ma da un punto di vista umano è davvero così difficile comprendere cosa ha condotto questo ragazzo ad un simile gesto?

 

Per quanto ci si provi è impossibile scindere la natura umana da se stessi, c’è chi riesce a trovare la forza di andare avanti grazie a Dio, chi la trova nel sostegno degli altri e chi invece si fa sopraffare dalla difficoltà di una situazione troppo grande da gestire. Con questo non vogliamo fare passare un idea a favore dell’eutanasia, ma cercare di riflettere maggiormente sulla questione senza avere dei preconcetti, di sicuro non è bello ne rispettoso che gruppi politici come i radicali sfruttino la situazione per dare maggior vigore alle proprie idee.

 

Proprio allo scopo di suscitare una riflessione più profonda vi riportiamo in seguito le parole del fisiatra di Dj Fabo, Angelo Mainini, riportate sul ‘Avvenire’. Il medico ha lottato per un periodo insieme al ragazzo e di mestiere, da oltre 20 anni, è a contatto con ragazzi che si trovano in questa condizione o anche in condizioni peggiori.

 

Il Dottor Mainini ci spiega che Fabo ha iniziato la fisioterapia con grande entusiasmo, era energico e pronto a spingere al limite il suo corpo pur di uscire da quella situazione, poi un giorno è cambiato tutto: “Ha capito che, almeno ad oggi, la medicina non era in grado di ridargli le sue funzioni. Caduta la speranza, non ha trovato qualcosa per cui valesse la pena vivere anche così”. La speranza era quella di tornare il giovane pieno di vita e spensierato di un tempo, ma quando ha compreso che non c’erano i presupposti perché accadesse è entrato in una spirale depressiva che lo ha cambiato profondamente e lo faceva soffrire ogni singolo istante.

 

Il fisiatra ci racconta lo stato d’animo del paziente per farci capire le ragioni della sua decisione, infatti, dopo aggiunge che nessuno a parte il diretto interessato ha il diritto di giudicare: “Penso a tante persone come lui, anche più sofferenti, che a un certo punto trovano la spinta per voler proseguire sulla strada della vita, e in questo non ci sono regole o automatismi, sarebbe troppo facile: non dipende dalla gravità della malattia, potrebbe essere una questione di fede, certo il contesto familiare incide (se si sentono amati o non amati), ma poi ogni storia è a sé”.

 

Questo significa che il fisiatra è a favore di una legge che prevede l’Eutanasia? No, come detto in precedenza ogni caso è a se stante e non si può fare una legge che delimiti le situazioni creando un quadro generale. Dunque l’eutanasia è qualcosa da evitare ad ogni costo, ma resta pur sempre una scelta delicata ed esclusivamente personale.

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