Stiamo bene, grazie a tutti». La scritta incornicia un selfie fatto sopra un letto d’ospedale. Al centro ci sono Matthew e Saera. Sono due fidanzati scampati al massacro dell’Isis nel villaggio di Sousse.
Ti amo, ma scappa via, e di’ ai nostri figli che il loro papà li ama”, continua il racconto della giovane. “Sono scappata verso il nostro hotel passando tra i cadaveri. La piscina era piena di sangue e c’era una persona morta”, ha aggiunto la donna, madre di due figli, Tegan di 6 anni e Kaden di appena 14 mesi, che la coppia aveva lasciato a casa con i nonni. Matthew è vivo, dopo ore dall’attacco hanno telefonato a Sas per comunicarle che il marito aveva subito un’operazione chirurgica, ma era vivo.
Il ragazzo però ce l’ha fatta. È tornato nel suo paese e ora è ricoverato in condizioni «stabili» all’ospedale di Cardiff. Domenica la sua compagna ha postato un’immagine al suo fianco nel letto d’ospedale e l’ha postata su Facebook. «Volevamo ringraziare tutti per la vicinanza che ci state dimostrando», ha scritto. «Sto leggendo tutti i messaggi a Mat e lui è ancora incredulo».
Tunisi, 26 giugno 2015 – Storia di ordinario eroismo a margine della strage di Sousse. A poche ore dall’attacco terroristico cominciano ad arrivare ai media anglosassoni diverse testimonianze da parte dei turisti presenti al momento dell’attentato.
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