La Congregazione per la dottrina della fede ha pubblicato la lettera in cui specifica la posizione della Chiesa sull’eutanasia.
Il testo approvato da Papa Francesco in giugno condanna ogni forma di suicidio assistito, sottolinea la sacralità della vita e l’obbligo di curare in qualsiasi condizione.
In questi ultimi anni si sono moltiplicati i casi di persone che scelgono di sottoporsi al suicidio assistito. Contestualmente sono aumentati i Paesi in cui l’eutanasia è diventata una possibilità sancita dalla legge, così come le casistiche in cui una simile decisione può essere presa. In Italia al momento il suicidio assistito non è contemplato per legge, ma ci sono stati casi di persone che sono andate sino in Svizzera per porre fine alla propria vita. Su questi casi, riguardanti persone con malattie terminali o dalle quali era impossibile guarire, l’opinione pubblica si è spaccata.
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Proprio l’incremento delle richieste di suicidio assistito nel mondo e la crescente percezione dell’uomo contemporaneo che una simile possibilità debba essere concessa come diritto al singolo, ha spinto la Chiesa a redigere un testo a riguardo per ribadire la sacralità della vita per la Santa Sede. Il documento è stato stilato dalla Congregazione per la dottrina per la fede, visionato e autorizzato dal Santo padre in giugno e pubblicato in data odierna.
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Il principio alla base del documento è che la vita è un dono di Dio e che in quanto tale rimane sacra. Nessuno, dunque, può arrogarsi il diritto di stabilire quando è meglio concluderla in anticipo. Come primo ostacolo all’idea che sia giusto porre fine ad una vita nel caso in cui il soggetto non possa più guarire, nel testo si legge: “Inguaribile non è mai sinonimo di incurabile”. Ne consegue che l’eutanasia è “un crimine contro la vita umana“. Dunque chiunque cooperi formalmente o materialmente a questo crimine si macchia di un peccato grave. Il Bonus Samaritanus, insomma, ribadisce il dovere da parte del personale sanitario di curare i pazienti e accompagnarli con dignità fino alla morte.
Ma torniamo alla principale opposizione del Vaticano al suicidio assistito. Come detto non viene riconosciuta l’impossibilità di curare un paziente. Infatti si legge: “la guarigione è impossibile o improbabile, l’accompagnamento medico-infermieristico, psicologico e spirituale è un dovere ineludibile; poiché l’opposto costituirebbe un disumano abbandono del malato“. A questo si aggiunge inoltre “Il valore inviolabile della vita è una verità basilare della legge morale naturale ed un fondamento essenziale dell’ordine giuridico”. Allo stesso modo in cui non si può accettare che un uomo sia un nostro schiavo, si legge ancora, non si può nemmeno accettare che un uomo possa decidere di togliere la vita ad un altro essere umano.
Luca Scapatello
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