Esiste qualcosa di più bello di vedere un bambino che sorride? L’aborto mi ha impedito di vivere questa gioia

Esiste qualcosa di più bello di vedere un bambino che sorride? Sicuramente nel corso della vostra vita vi sarà capitato di avere di fronte una piccola creatura che nel suo modo ancora imperfetto di comunicare vi rivolge la sua attenzione e prova a stabilire un rapporto con voi, come vi siete sentiti in quel momento? Non avete forse provato una delle gioie più grandi della vostra vita? Riuscite ad immaginare di provare una felicità così pura ed inattesa nel avere qualsiasi altro tipo di rapporto?

Il motivo di quella sensazione di assoluta felicità è racchiuso nel segreto della vita stessa, nessuno è indenne al desiderio di divenire genitore, nessuno può negare di provare una voglia di protezione nei confronti di un bambino ed è per questo motivo che l’aborto non è una soluzione valida per una gravidanza indesiderata. In tal senso risultano pregnanti le parole di una donna americana che crescendo si è resa conto del profondo vuoto che le ha lasciato quella decisione sulla vita dei propri figli (sì, figli). La donna ha compreso la bellezza del rapporto con un bambino quasi per caso, mentre si trovava all’interno di una chiesa: “Questa mattina, a messa, c’era una bimba seduta nel banco dinnanzi a me. Aveva grandi occhi curiosi e scuri capelli crespi per aria. Il suo seggiolino era girato in modo tale da permetterle di fissarmi durante tutta la messa e, ogni volta che mi inginocchiavo, eravamo a pochi centimetri l’una dall’altra”.

La donna ha provato ad ignorare le attenzioni della bambina, ma si è resa conto di un riuscirci ed ha cominciato a giocare con lei. Quel simpatico episodio la faceva divertire, sentire felice, finché la piccola non le ha sfiorato la mano: “Lentamente, con quel tipico malfermo modo dei bimbi, allungò le manine per prendere le mie dita. In quel momento, un bizzarro modo di comunicare, si trasformò in un straziante guardare in faccia alla realtà”. In quel preciso istante ha compreso che quell’incontro occasionale sarebbe potuta essere una scena di routine nella sua vita e che quella sensazione di appagamento e felicità avrebbe potuto arricchire i suoi ricordi invece di essere uno dei suoi maggiori rimpianti.

L’autrice dello scritto racconta, quindi, le motivazioni che l’hanno indotta ad abortire: la prima volta è stata una scelta istintiva, era ancora un’adolescente e l’idea di una gravidanza l’atterriva, inoltre il suo compagno era fermo nella decisione di non avere figli, quindi senza troppo rifletterci sopra di comune accordo hanno deciso di interrompere la gravidanza. La seconda volta è stata una scelta maggiormente sofferta, nel frattempo la coppia si era sposata, ma la vita coniugale era condita da alcol, droghe e bagordi di ogni tipo. Quindi quando la donna ha capito di essere incinta ha sofferto molto, ha pensato che le sostanze assunte (la gravidanza era già di tre mesi) avessero potuto danneggiare il feto e quindi con la morte nel cuore ha optato nuovamente per l’aborto, anche se dentro di se sapeva che era la scelta errata: “Volevo gridare: “FERMATI! Voglio tenerlo! Ridammelo!”, ma era troppo tardi. Mio figlio non c’era più. Ogni giorno, dalla morte dei miei bambini, ho sentito due voragini nella mia vita, quelli che mio figlio e mia figlia avrebbero dovuto colmare”.

Conscia di quell’errore ed ancora dolente per quanto fatto a quei bambini non ancora nati dice alle ragazze e alle donne che si trovano ad un bivio tra l’aborto ed il parto: “Non lasciate che mai nessuno vi dica che la vostra vita sarà molto più completa dopo un aborto, perché è una bugia. Ci si sente come se mancasse qualcosa fino alla fine dei tuoi giorni”, ma il suo dolore è troppo forte, quindi per farlo trasparire al meglio sottolinea ancora: “L’aborto è di gran lunga, la peggior cosa che abbia mai fatto…e l’ho fatta due volte. E’ qualcosa di cui non solo mi dolgo, perché ‘dolore’ non è una parola abbastanza forte per descrivere ciò che sento per ciò che ho fatto. Sono pentita per ciò che ho fatto. Piango i miei bambini. Sono in lutto ogni singolo giorno”.

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