Scoperta archeologica dal valore storico-bibblico in Israele: un gruppo di archeologi ha trovato resti di una città che potrebbe essere Emmaus.
Secondo i Vangeli si tratta della città in cui Gesù Cristo si mostrò per la prima volta ai discepoli dopo essere risorto.
Nel 2017 un gruppo di archeologi franco-israeliani ha avviato un progetto di scavi a ovest di Gerusalemme, nella zona in cui si trova l’insediamento Kiriath Yearim. L’intenzione degli studiosi era quella di portare alla luce tracce della storica città di Emmaus. Appurare l’esistenza della città ha un valore storico ed insieme religioso. Si ritiene infatti che questa sia stata teatro della prima apparizione ai discepoli di Gesù Cristo dopo la resurrezione.
Tracce dell’esistenza della città si trovano nella Bibbia e collocano la sua fondazione intorno al II o III secolo a.C. In questi due anni di scavi gli archeologi hanno trovato la presenza di una cinta muraria che risalirebbe al 700 a.C. e che potrebbe condurre alla città biblica. Gli studiosi sono infatti convinti che le mura possano essere quelle che proteggevano un luogo di culto, una fortezza. Stando ai racconti biblici potrebbe essere quella costruita dal seleucide che sconfisse Giuda Maccabeo. In quel luogo si crede sia stata custodita l’Arca dell’Alleanza prima che Re Davide la portasse a Gerusalemme.
Al momento è troppo presto per asserire che ci si trovi vicini alla scoperta di Emmaus, ma la datazione dei reperti combacia con i racconti biblici. Le mura, infatti, risalgono al VIII-VII secolo a.C.: sarebbero state trovate tracce di costruzione tardo ellenistica e opere di restaurazione ad opera dei Romani risalenti al I secolo. La datazione dei reperti è stata effettuata tramite la luminescenza, pratica che permette di conoscere il periodo di esposizione al sole. Le prime notizie dell’esistenza di Emmaus si trovano come spiegato nella Bibbia e risalgono al 165 a.C.
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Luca Scapatello
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