Ha predisposto ulteriori accertamenti sui lavori architettonici svolti negli anni ’60.
L’ennesima pista sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, figlia 15enne di un messo pontificio svanita il 14 giugno del 1983, si è rivelata un buco nell’acqua. La famiglia della ragazza aveva ricevuto qualche mese fa una lettera anonima nella quale s’informava loro che i resti della figlia erano contenuti in una delle tombe del cimitero del Collegio teutonico che si trova in Vaticano. I famigliari della ragazza hanno allora fatto richiesta al Vaticano di poter esaminare la tomba indicata e l’11 luglio è stato data loro questa possibilità .
Come è noto l’apertura delle tombe non ha risolto il mistero, anzi lo ha acuito. Non solo non sono stati ritrovati i resti di Emanuela (si era deciso che i resti sarebbero stati esaminati subito dopo l’apertura delle tombe), ma non c’erano proprio resti umani. La scoperta ha dato vita ad alcuni interrogativi riguardanti l’ubicazione delle ossa delle due principesse teutoniche.
Parlando di quanto di quanto scoperto, Andrea Tornielli ha dichiarato che non sarebbe giusto adesso cominciare a creare un giallo sulla sparizione dei corpi delle principesse, poiché le cause della loro morte sono note ed il loro decesso risale a due secoli fa. Sarebbe giusto, dice poi, piuttosto evidenziare la grande umanità della Chiesa che si è dimostrata vicina al dramma della famiglia Orlandi. La Santa Sede infatti ha accolto la richiesta dei familiari di Emanuela per andare incontro alla loro ricerca della verità . A scanso di equivoci ha aperto due tombe, poiché su entrambe ci era un angelo scolpito di sopra come indicato nella lettera anonima.
Inoltre, sebbene gli ultimi lavori architettonici al Collegio teutonico risalgano agli anni ’60, il Vaticano ha disposto che vengano fatti ulteriori accertamenti per capire per quale motivo i corpi delle due principesse non si trovassero nelle tombe. L’ipotesi è che possano essere stati spostati in previsione dei lavori sulle fondamenta del collegio avvenuti in quel periodo, visto che uno dei muri è adiacente alle due tombe. La verifica è tesa a capire se e dove siano stati spostati i corpi.
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Luca Scapatello
Fonte: Vatican News
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