La showgirl è sempre stata religiosa ed in questo periodo trova forza nella preghiera per supportare la lotta di Giacomo contro il cancro.
Circa un anno fa Elena Santarelli ha scoperto che il suo piccolo Giacomo, un bimbo che adesso ha compiuto 10 anni, era affetto da un tumore cerebrale. Una notizia sconvolgente che le ha cambiato radicalmente la vita, ma che non ha spezzato la sua positività e la sua voglia di lottare. In questi 16 mesi di lotta al cancro, Elena è stata un punto di forza per il figlio e per la sua famiglia, ma ha anche deciso di prestare la propria notorietà per aiutare il lavoro di ricerca della onlus ‘Progetto Heal‘. La fondazione si occupa di progredire nella ricerca della neuro-oncologia pediatrica e proprio domani (15 marzo) aprirà una nuova sede a Sora, inaugurazione a cui sarà presente anche la Santarelli.
In questi mesi la showgirl ha ricevuto molto affetto dai propri follower su Instagram, ma come tutte le celebrità che si trovano in una situazione difficile (basti pensare a quanto capitato con Nadia Toffa) ha anche subito la cattiveria degli hater. Elena non si cura delle malignità della gente e spiega in una recente intervista concessa a ‘Il Messaggero‘ che la positività mostrata sui social è sia una maschera (un modo per non fare percepire a Jack il dolore e la preoccupazione che prova) che espressione di speranza: “Molti mi prendono per pazza, non capiscono da dove arrivi la mia positività. Ma dietro di me ci sono mamme che, in silenzio affrontano cose che io avevo visto solo nei film”.
Essere conscia delle difficoltà altrui non è l’unica cosa che le ha permesso di mantenere la positività. Elena passa anche momenti di scoramento e di paura, ma riesce sempre a superarli grazie all’aiuto della preghiera: “In chiesa, c’è qualcuno che mi ascolta dall’alto, lì. Prego, c’è tanta gente che prega per Giacomo. La preghiera di gruppo è potente”. Con questa affermazione la showgirl non vuole mettere in dubbio l’operato dei medici (che stima e aiuta con la ricerca), ma semplicemente spiegare che la preghiera l’aiuta a “tenere la mano a mio figlio”.
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Luca Scapatello
Fonte: Messaggero
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