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Ecco una tradizione gustosissima dedicata alla Patrona della musica

Nato in modo inaspettato, viene tradizionalmente dedicato a Santa Cecilia. È una via di mezzo tra l’antipasto e lo snack salato, è gustoso e viene preparato in questo periodo che precede le feste natalizie. 

Martire che visse a cavallo tra il II e il III secolo Santa Cecilia era una nobildonna romana di bell’aspetto, ma non sono molte le notizie della sua figura rimaste fino a noi. 

Santa Cecilia – Photo web source

Di lei si sa però che era una fervente cristiana e che tramite il suo esempio furono copiose le conversioni tra coloro che la frequentarono. 

Soprattutto il marito, il nobile Valeriano a cui giovanissima fu data in sposa, non era cristiano, ma in seguito, si convertì e fu battezzato e si narra che morì insieme a lei durante le persecuzioni che affliggevano i cristiani. 

Cecilia, che fu risparmiata in modo prodigioso da diversi tentativi di uccisione morì poi dopo lunga agonia per le conseguenze di una decapitazione. 

È diventata patrona dei musicisti per un episodio della sua vita: si racconta che il giorno del suo matrimonio si mise a cantare invocando il Signore di mantenere puro e immacolato il suo cuore e il suo corpo.  

Il cibo nato per caso il giorno di Santa Cecilia

Quanto al cibo legato a questa Santa che è stata oggetto di grande venerazione nel corso dei secoli, esiste un tipico prodotto pugliese, in particolare della città di Taranto. 

Sono le pettole, che possono essere considerate un antipasto, ma vengono mangiate come snack salato anche al di là del pranzo o della cena.  

Si tratta di una preparazione di pasta fritta spesso associata al periodo delle festività natalizie e alle settimane precedenti perché si inizia a prepararle per il giorno di Santa Cecilia, il 22 novembre, quando cade la sua memoria liturgica, e poi è usanza prepararle anche nel giorno dell’Immacolata e durante le feste di Natale. 

Sono una specie di frittelle lievitate, e le si può fare semplici, ma anche ripiene e in versione sia dolce che salata 

Ciò che le lega a Santa Cecilia, il motivo per cui le sono state dedicate è perché hanno avuto origine proprio nel giorno in cui la si ricorda. 

È stata una preparazione nata per caso, come è avvenuto per tanti cibi affermatosi poi tradizionalmente e spesso legati ai santi. 

Una donna stava preparando l’impasto per il pane ma inavvertitamente lo lasciò lievitare per troppo tempo e quando si ricordò non era più adatto per fare il pane. 

Decise però di non buttarlo via ma di sperimentare qualcosa e provò a versare piccole quantità di quella pasta nell’ olio bollente. 

Nacquero quelle che sono state chiamate Pettel, da cui viene pettola, cioè piccola focaccia, dal dialetto pugliese per cui la focaccia era chiamata pitta.  

La ricetta delle Pettole di Santa Cecilia

Le Pettole di Santa Cecilia – photo web source

Anticamente l’uso era prevalentemente di friggerle in olio di oliva. Oggi, nella ricerca di una maggior leggerezza, per ottenere un effetto meno pesante, si usa l’olio di semi, va bene quello di girasole come quello di arachide.  

INGREDIENTI  

  • 500 gr di farina 0
  • 250-400 ml di acqua tiepida
  • 10 g di lievito di birra fresco
  • ½ cucchiaio di sale
  • 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
  • 1 l di olio di semi

PREPARAZIONE

La prima cosa da fare è versare farina a fontana in una ciotola capiente. Poi, sciogliere il lievito in poca acqua e aggiungerlo alla farina dopo aver fatto un buco al centro. 

Impastare versando via via tutta l’acqua e infine il sale. Bisogna aver la pazienza di impastare per circa 10 minuti, per rendere l’impasto ben omogeneo e liscio anche se si manterrà piuttosto appiccicoso.  

Quindi coprirlo con uno strofinaccio e lasciarlo lievitare a temperatura ambiente per 3-4 ore fino al raddoppio del volume. 

Trascorso il tempo di lievitazione, dopo aver scaldato l’olio al punto giusto per procedere con la frittura con un cucchiaio gettare piccole parti d’impasto. 

Girarle aiutandosi con un altro cucchiaio e quando assumeranno un colore dorato prelevarle con una schiumarola e adagiarle su carta assorbente per asciugarle dall’olio in eccesso. Infine servirle subito ancora molto calde, perché è il momento migliore per gustarle.  

Romana Cordova

Scritto da
Romana Cordova

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