E’ in corsa una “caccia alle streghe” assolutamente immotivata e senza nessuna ragione d’essere; prova ne è il fatto che qualcuno vorrebbe far pensare che il nostro sia un Paese omofobo.
Letteralmente “omofobia” significa “paura dello stesso”, dal greco “homos” (stesso) e “fobos” (paura), come a dire che una donna ha paura della vicinanza di un’altra donna e l’uomo altrettanto di un altro uomo.
Oggi il termine indica esplicitamente l’odio per omosessuali e derivati (visto che sembrerebbe ci siano più generi distinti tra questi).
Sicuramente è un orrendo fenomeno ed esiste, ma i dati (rintracciabili da chiunque e da molte fonti sicure), non indicano assolutamente l’Italia come un Paese avverso alle “diversità sessuali”.
Ad esempio, nel 2013 le statistiche dicevano: l’82% degli italiani dichiara di considerare gli omosessuali come tutti gli altri; il 9,4% di sentirsi imbarazzati dalla loro presenza; il 4,5% di preferire di non frequentarli; l’1,3% soltanto si mostra avverso.
Il nostro Pese è palesemente non discriminatorio, in merito alle propensioni sessuali differenti da quelle degli etero; nulla giustifica, perciò, i tanti appelli alla lotta contro l’omofobia dilagante, pretesto soltanto per arrogarsi certi diritti, di cui nemmeno altre categorie dispongono -sottolineamolo.
Vero è, invece, che la diatriba è stata ampiamente strumentalizzata, poiché molti avviliscono le posizioni dei cristiani, come se quello fosse un buon metodo, un’occasione da cogliere al volo, per denunciare episodi di omofobia, che invece sono del tutto inesistenti.
Queste errate concezioni portano a falsi appellativi, dannosi per chiunque.
C’è da sottolineare (come se non lo si fosse fatto abbastanza finora) che, se il Catechismo della Chiesa Cattolica, e i cristiani con esso, ritiene che le relazioni tra persone dello stesso sesso siano un disordine affettivo e un peccato agli occhi di Dio, non significa assolutamente che si voglia essere irrispettosi nei confronti degli omosessuali, così come nessun cristiano (che si dica tale) è avverso ad un ateo o a coloro che scelgono altri Credi.
E’ solo una divergenza di opinioni e una differente scelta di vita.
C’è da far notare, invece, che le associazioni Lgbt (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender) usano chiamarci omofobi, per giustificare le loro richieste/pretese, a mo’ di propaganda elettorale, opponendosi ed offendendo oltremodo (e questa si che è una discriminazione) i nostri principi religiosi e il concetto della famiglia naturale, quella cioè formata da un uomo e una donna, in grado di procreare.
Ci chiediamo a questo punto se dire “il mio migliore amico è gay” non sia realmente una grave discriminazione! Nessuno ci aveva pensato? E’ come dire che quella stessa persona non sarebbe mio amico, se avesse altre pulsioni sessuali! Che assurdità e quanta confusione regna nel mondo dell’opportunismo!
Questo polverone sul concetto di omofobia nasce, in effetti, per avere il potere di inculcare l’ideologia del gender ed essere liberi di proporlo anche nelle scuole, ai più piccoli.
Tutto questo, si, parrebbe una prepotenza ed un sopruso, per tutti coloro che credono e sanno che solo Dio crea il genere umano.
L’uomo, d’altro canto, è libero -ricordiamo- di scegliere “cosa essere”, ma senza biasimare nessuno.
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