Ecco chi sono gli attori famosi convertiti sul set dei film

Non è raro che a chi interpreta il ruolo di un sacerdote o di un mistico, possa risvegliarsi fortemente una spiritualità addormentata. Per onestà intellettuale è bene comunque ricordare chi è l’“apripista” di questa tendenza.

È nota a molti la conversione di Jim Caviezel sul set de La Passione di Cristo. Non è certo l’unico caso in cui recitare un ruolo particolarmente “spirituale” può aver determinato le scelte di vita di un attore.

attori convertiti sul set

Sguardi che cambiano la vita

Uno degli ultimi attori che ha fatto parlare di sé per la propria conversione è Shia LaBeouf. L’attore americano ha avuto una gioventù turbolenta, segnata da droga, risse e violenza sulle donne, arrivando persino a meditare il suicidio.

La sua vita è profondamente cambiata quest’anno, dopo aver girato il film – di prossima uscita – in cui interpreta San Pio da Pietrelcina. È stato imparando a pronunciare la messa in latino, così come faceva Padre Pio, che LaBeouf è rimasto folgorato dal cattolicesimo.

Da ricordare infine le conversioni avvenute sul set de La Passione di Cristo di Mel Gibson. Aver interpretato il ruolo di Gesù ha indubbiamente colpito la sensibilità di Jim Caviezel. “La fede è stata ciò che mi ha realmente aiutato in questa interpretazione”, disse l’attore. La svolta definitiva per lui è avvenuta tuttavia a Medjugorje, dove è stato invitato dal veggente Ivan, del quale, nel frattempo, era diventato amico.

Interpretando Barabba nello stesso film, si è convertito Pietro Sarubbi. Accettato malvolentieri quel ruolo (aveva sperato nel più prestigioso e redditizio ruolo di Pietro), Sarubbi si è sentito profondamente toccato nel momento in cui il suo sguardo ha incrociato quello di Caviezel/Gesù. Dopo quell’esperienza, l’attore si è sposato in chiesa e ha fatto battezzare i suoi figli.

Tutto iniziò con un bambino in Francia

Quanto sperimentato da LaBeouf, Caviezel e Sarubbi ha un precedente illustre. Alec Guinness (1914-2000) è noto soprattutto per ruoli shakespeariani, per la saga di Guerre Stellari e per Il ponte sul fiume Kwai. C’è un film, però, che più di tutti cambiò la sua vita; forse non tanto la sua carriera cinematografica quanto la sua vita personale.

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L’attore Jim Caviezel – photo web source

 

Era il 1955 e l’attore britannico stava impersonando padre Brown, il celebre sacerdote-detective ideato da G.K.Chesterton. Il film era stato girato in Francia, in una località campestre.

Proprio alla fine di una ripresa, Guinness, ancora con la tonaca indosso si era visto venire incontro un bimbo di pochi anni d’età. Il piccolo, scambiando l’attore per un vero prete, lo salutò cordialmente e riverentemente.

Au revoir mon père”, gli disse poi il bambino congedandolo. Guinness non comprendeva il francese ma intuì subito il grande rispetto che, a quel tempo, ancora suscitava la figura del curato.

Continuando a camminare – raccontò anni dopo l’attore – ho riflettuto sul fatto che una Chiesa che riusciva a ispirare una tale fiducia in un bambino, rendendo i sacerdoti, anche quando sono sconosciuti, così facilmente accessibili, non poteva essere intrigante o raccapricciante come spesso si fa notare. Ho cominciato a scrollarmi di dosso i pregiudizi”.

Quando è il figlio a convertire il padre…

Quell’episodio capitato in Francia non provocò l’immediata conversione di Alec Guinness ma provocò comunque nell’attore una sana inquietudine e un’attenzione particolare verso la Chiesa Cattolica.

Il primo a convertirsi nella famiglia Guinness fu il figlio dell’attore, Matthew, che a undici anni fu colpito da poliomielite e rimase paralizzato dalla vita in giù. Un giorno suo padre entrò in una parrocchia cattolica e pregò Dio che, nel caso in cui il ragazzo fosse guarito e avesse voluto diventare cattolico, lui non si sarebbe opposto.

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L’attore Alec Guinness – photo web source

 

Dopo la sua guarigione completa, Matthew fu iscritto dai genitori a una scuola gesuita. A quindici anni, il ragazzo annunciò di voler diventare cattolico e il padre, mantenendo il suo proposito, acconsentì. Va ricordato che, negli anni ’50 del secolo scorso, nel Regno Unito e, in parte, anche negli USA, il pregiudizio anticattolico era ancora molto forte e diffuso.

La conversione definitiva di Alec Guinness avvenne qualche tempo dopo, quando l’attore iniziò ad incontrare un sacerdote cattolico, fece un ritiro in un’abbazia trappista e partecipò a una messa a Los Angeles, assieme a Grace Kelly, durante le riprese di un nuovo film.

Secondo Rino Cammilleri, tuttavia, decisivo nella scelta religiosa dell’attore britannico fu l’interpretazione del cardinale ungherese Jozsef Mindszenty, perseguitato dal comunismo, nel film Il prigioniero (1955).

Guinness fu quindi accolto nella Chiesa Cattolica dal vescovo di Portsmouth, assieme alla moglie ed entrambi rimasero cattolici fino al resto dei loro giorni.

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