Il dramma che doveva schiacciarmi è diventato il mio punto di forza

La storia di Maria Chiara Ursino è spiazzante, non può lasciarti indifferente questa giovane ragazza che ha fatto della sua disabilità un dono per gli altri, e riesce a infondere tanta speranza e forza a chiunque. 

Inoltre ha scritto un libro autobiografico dal titolo “Con la mano nella tua camminerò” edizioni Effatà, i cui proventi vanno interamente in beneficenza.

Maria Chiara Ursino- photo La luce di Maria

Maria Chiara Ursino nasce il 23 agosto del 1984 vive a Roccella Jonica, ha svolto sul territorio attività di volontariato nell’ambito della disabilità, è Educatore Professionale, ha conseguito un Master in Criminologia applicata e Psicologia giuridica. Tra i vari titoli e studi che ha ulteriormente conseguito è fondatrice e vicepresidente dell’Associazione di Promozione Sociale O.N.E(Opera della Nuova Evangelizzazione).

Storia di una disabilità che ti spiazza

Perché hai deciso di scrivere questo libro autobiografico?

Scrivere di me, non è stata una decisione personale ma frutto di una proposta che ho accolto con il dovuto rispetto che meritava e l’ho conservata nel cuore. Intanto però le mie domande erano sempre le stesse. Sarò davvero in grado di scrivere la mia storia? Già perché è sempre difficile mettere in “piazza” il proprio vissuto. Il mio interrogativo più grande era uno solo: quello di “capire” se era arrivato il momento giusto per uscire allo scoperto.  Dopo alcuni giorni ne ho avuto conferma dal mio accompagnatore spirituale con il quale mi ero confrontata.  E cosi ho iniziato questa meravigliosa avventura, lasciando che la penna scorresse sul foglio. Allo stesso tempo pensavo che se fossi arrivata alla fine del lavoro, i miei proventi li avrei destinati interamente in beneficenza. E cosi è stato!.

Parlaci un po’ della tua storia. Quale fu la diagnosi e soprattutto come e quando arrivò?

Per rispondere a questa domanda riporto integralmente ciò che ho scritto nel libro perché non saprei spiegarlo in modo diverso.

Tutto procede bene fino a che da piccola, non arriva il tempo o fase del cammino. In questa fase i miei si accorgono, grazie alla presenza di mia sorella, che qualcosa in me non va: ero praticamente ferma infatti dove mi mettevano rimanevo, ma il campanello di allarme è che non potevo stare in posizione eretta. Da qui iniziano i primi interrogativi da parte dei miei genitori. Alle prime visite a cui sono stata sottoposta non si sono molto sbilanciati se non dicendo che era solo un piccolo ritardo, che i bambini non sono tutti uguali. Per aiutare il cervello a risvegliare tutte le cellule mi hanno prescritto una cura con un farmaco per il sistema nervoso. Dopo questa cura però, i miei, non pienamente soddisfatti, mi portarono a Roma da un neuropsichiatra infantile, per approfondire la situazione e capire la strada da percorrere per arrivare alla soluzione del problema in tempi rapidi. Dopo alcuni esami cerebrali arriva la diagnosi. Una diagnosi? Sì, finalmente il mio ritardo motorio prende un nome. La diagnosi fu affetta dalla “paresi spastica agli arti inferiori”.

Il mondo da seduta ha un altro colore

Ma che cos’è la disabilità?

La disabilità è parte del mondo e non un mondo a parte. Con questa affermazione intendo dire che è una condizione di vita particolare che consente a chi “entra” in questo mondo di vedere la vita in modo diverso, cioè ti conduce all’essenziale.

Maria Chiara Ursino- photo La luce di Maria
“Con la mano nella tua camminerò” è il titolo del libro. La mano è quella di Gesù?

Intendo fare una premessa: Il titolo del libro è stato anche esso ispirato. L’ho estrapolato da un canto liturgico “se m’accogli”. Per me ha un duplice significato: Il primo è riconducibile senza altro a Gesù che è Padre, amico e fratello nella mia vita, ma il secondo è rivolto anche al mio prossimo che vista la condizione di persona con disabilità diventa il prolungamento della mia esistenza. Quindi la mano è di chiunque vuole e desidera fare un tratto di strada con me.

 Qual è il segreto per accettare e abbracciare la disabilità?

Partendo dal presupposto che non ho scelto io di essere persona con disabilità ma che è successo per una serie di conseguenze post parto, e non essendoci un manuale d’istruzioni per come vivere nonostante tutte le avversità che la vita riserva e avendo avuto la Grazia di aver ricevuto il dono della fede, e con il tempo ho avuto la possibilità  coltivarla e farne esperienza diretta, ho scelto la via stretta, ovvero quella percorsa dai discepoli di Gesù e fidandomi della Sua parola: ‘Chi vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua’, e ancora oggi sto percorrendo questa strada e ne sono felice, perché grazie a tale scelta ho scoperto che tutto ha un senso e un significato anche la malattia.

 Hai trovato pregiudizi o difficoltà di accettazione nel mondo dell’istruzione?

Si molti perché purtroppo la barriera culturale è molto difficile da abbattere.  Ma chi la dura la vince.

Il pellegrinaggio a Medjugorje

Sei stata a Medjugorje. Cosa ha rappresentato per te quel luogo?

Si, ho iniziato a rispondere alla Chiamata di Maria dall’anno 2014. Non siamo noi ad andare a Medjugorje, non si tratta di una decisione personale ma è proprio la Vergine Maria che traccia la strada per poterla raggiungere. Lo fa in maniera ordinaria, attraverso una locandina, attraverso una persona che c’è già stata, in tanti modi . Non ti dico cosa ha rappresentato, ma ti dico cos è per me.

Copertina del libro “Con la mano nella tua camminerò” di Maria Chiara Ursino

Medjugorje come ho scritto nel libro” è una terra Benedetta da Dio. L’aria che si respira profuma di una pace nuova, il cielo risplende di un colore nuovo perché il pittore è Dio stesso. Ogni angolo è un pezzo di cielo sceso sulla terra. Tutto lì parla di un Dio misericordioso, di un Dio pieno d’amore, da riversare a piene mani su chi lo accoglie e lo riconosce come Dio papà, nostra salvezza. Per me è un cammino di fede andare a Medjugorje, non è una visita, ma un incontro con Maria, la nostra Mamma celeste che ti fa conoscere sempre di più Suo figlio Gesù. Un vero cristiano che si definisce credente non può non conoscere quella terra. Personalmente non vedo l’ora di tornare.

C’è un messaggio che vuoi dare ai lettori del tuo libro?

Il mio unico scopo è quello di testimoniare l’amore di Dio a tutte le persone che leggeranno queste pagine. Trasmettere che la vita è bella in qualsiasi forma essa sia vale la pena di essere vissuta perché è un dono elargito da Dio. Lui fa bene ogni cosa.

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