Si rivolge al naturopata per curare un tumore, donna muore a 46 anni

Si rivolge al naturopata per curare un tumore, donna muore a 46 anni
(Websource/Archivio)

Grazie alla testimonianza fornita ad ‘Ansa.it‘ dall’oncologo del Cro di Aviano, il dottor Massimiliano Beretta, è emersa in questi giorni la triste storia di una donna siciliana morta per tumore al seno circa un anno or sono. La donna, 46 anni, si era affidata per la cura della malattia ad un naturopata, il quale le aveva dato delle sostanze naturali che avrebbero, a suo dire, permesso la regressione del tumore. La terapia non ha ovviamente avuto alcun effetto curativo ed il tumore si è esteso portando la donna in fin di vita, la quale si è infine convinta della necessità di ricorrere a cure oncologiche.

Consapevole di essere in gravi condizioni di salute la donna si è fatta visitare dai medici siciliani, i quali le hanno consigliato di rivolgersi al Cro di Aviano per avere maggiori chance di riuscita dei trattamenti. Senza più nulla da perdere, questa si è rivolta al medico friulano presentando il suo caso con le seguenti parole: “Premetto che sono arrivata al Pronto soccorso in condizioni molto critiche perché avevo seguito i consigli di un naturopata che conoscevo da anni, ma che si è rivelato poi un lupo travestito da agnello, definizione sin troppo generosa per questo personaggio che praticava radioestesia, fiori di Bach, metodo Hamer e poi mi ha ridotta in fin di vita, dolorante, con problemi respiratori, debilitata e sottopeso di 10 chili. Sono precipitata da 42 a meno di 30 in qualche settimana”.

Nonostante i tentativi di cura la donna è deceduta ed oggi il dottor Beretta, che ne ha seguito il caso, utilizza la sua storia per denunciare l’inconsistenza di queste terapie alternative: “Mentre lei credeva di sottoporsi a una terapia efficace, la malattia avanzava in modo ancor più aggressivo perché non incontrava l’ostacolo della chemioterapia, e soprattutto si diffondeva in un organismo ormai privo di difese”. Il medico spiega come durante i trattamenti le parole di quella donna gli echeggiassero nella mente e di come si sia sentito responsabile del ruolo di informatore al fine di evitare che altre persone subissero gli effetti di una contro informazione dannosa alla propria salute.

Nella conclusione dell’intervista concessa ad ‘Ansa’, l’oncologo infatti dichiara: “i trattamenti non convenzionali non sono per forza di cose dannosi, ma devono essere valutati sempre da un medico”. E’ indispensabile che queste terapie non interferiscano con le cure. Per fare un esempio, l’aloe può compromettere l’attività terapeutica di ciascuna sostanza, con il risultato di una riduzione o talvolta di un potenziamento del suo effetto che nei casi più gravi può giungere sino all’intossicazione”.

Luca Scapatello

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