Don Peppe Diana ucciso 30 anni fa dalla camorra: il suo ricordo è ancora vivo tra la gente

Trent’anni fa, il 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, don Giuseppe Diana alle ore 7.20 si apprestava a celebrare la Messa, quando veniva ucciso crudelmente in chiesa a colpi di pistola. 

Una storia che ha sconvolto tutti: la camorra, come la mafia aveva già fatto in Sicilia con padre Pino Puglisi nel 1993, decide di far tacere un sacerdote scomodo, nel modo più atroce possibile.

Don Peppe Diana
Don Peppe Diana (photo web source) – lalucedimaria.it

Il suo martirio non è stato vano perché la voce della legalità ha prevalso su quella della paura.

Un tragico destino attendeva quella mattina, a Casal di Principe, per il parroco don Peppe Diana. Nel giorno della sua festa onomastica, quello di certo non sarebbe stato un giorno di festa per lui. La voce e i gesti di non Peppe, quanto le sue iniziative, non erano gradite a quella parte di società che legalità e giustizia non sapevano nemmeno cosa fossero. La malavita aveva preso il pieno controllo di Casal di Principe, in provincia di Caserta ed aveva terrorizzato la popolazione.

Don Peppino (così come da tutti era chiamato) non ci stava e denunciava in continuazione tutto questo. E sapeva bene che la sua voce e i suoi continui appelli davano fastidio.

30 anni fa, la crudele morte di don Peppe Diana

Erano le 7 del mattino e lui si apprestava ad andare ad aprire la chiesa per la celebrazione della Santa Messa. Una giornata come le altre, con in più il suo onomastico e la festività liturgica di San Giuseppe da onorare. Don Peppe aveva solo 36 anni, era arrivato di buon mattino nella sua parrocchia di “San Nicola”.

In chiesa alcune donne erano già arrivate per la recita del Rosario e poi per la Messa. Alcuni suoi amici lo aspettavano al bar per festeggiarlo. Ma c’era qualcosa che non andava. Sul piazzale della chiesa ecco che da un’auto scura scende un uomo che si avvia verso la sacrestia. Non fa nemmeno in tempo a chiamarlo e a permettere a don Peppe di voltarsi che i colpi dalla pistola partono a bruciapelo: due in faccia e due al petto del sacerdote.

Don Peppe Diana
Don Peppe Diana (photo webs ource) – lalucedimaria.it

Una morte atroce che, di certo, ha risvegliato ancora di più le coscienze. Il giorno del suo funerale, Casal di Principe tutta era in piazza per dare l’ultimo saluto al sacerdote, nessuno aveva più paura e, come disse Monsignor Riboldi, Vescovo di Acerra che officiò i funerali del martire: “Il 19 marzo è morto un prete, ma è nato un popolo”.

Don Peppe Diana, il parroco che disse NO alla camorra

Perché don Peppe dava fastidio? La sua storia, quella dei sacerdoti che scendono in campo per il loro popolo, è legata a quei territori dove la malavita prende piede: è qui che don Peppe, come anche don Pino Puglisi in Sicilia, hanno scelto di operare.

Era il Natale del 1991 quando veniva pubblicato un documento, una vera e propria lettera (distribuita, poi, il giorno di Natale, a tutti i fedeli nelle parrocchie) che aveva un titolo preciso: “Per amore del mio popolo, non tacerò”.

Ecco: don Peppe non ha taciuto, ha detto il suo NO convinto alla malavita, aveva sottratto ragazzi, giovani alla mano criminale, aveva dato il suo vero contributo alla legalità. Nulla è stato invano. Oggi, infatti, a Casal di Principe sorge la “Casa don Diana” che è un vero e proprio polo educativo sociale e di legalità.

I sacerdoti che firmarono quel documento, anche se hanno visto la loro guida morire sotto i colpi di pistola, non hanno più abbassato la testa. Le parole più toccanti le ha pronunciate l’attuale parroco della parrocchia di “San Nicola”, don Franco Picone, in un’intervista a Vatican News: “Io credo che la storia di don Peppe sia un capolavoro d’amore, creato da Dio in una terra che in quel momento aveva bisogno di un riscatto”.

Don Peppe Diana
Don Peppe Diana (photo web source) – lalucedimaria.it

Anche la TV lo ricorderà

Oggi saranno tante le iniziative, sociali, religiose e civili che porteranno al ricordo di don Peppe Diana, del suo sacrificio e del suo martirio “in odio alla fede”, a 30 anni da quel terribile 19 marzo 1994. In particolare fra i ragazzi, nelle scuole, nelle piazze, nelle parrocchie del circondario e non solo: perché era lì che la voce di don Peppino risuonava e risuonerà ancora.

Nel corso di questi anni, il suo ricordo non è stato mai perso. Anche il mondo della TV l’ha ricordato con un film, in onda sulla Rai, dal titolo “Per amore del mio popolo”, con un intenso Alessandro Preziosi nel ruolo proprio di don Diana. E ancora, questa sera TV2000 trasmetterà un documentario dal titolo “L’altra parola: don Peppe Diana”. Le voci dei familiari, di chi l’ha conosciuto, dei magistrati che hanno indagato per dare voce e condannare i suoi assassini, i cittadini della sua Casal di Principe: tutti racconteranno chi era don Peppe.

Impostazioni privacy