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Don Massimo Biancalani: le sue dichiarazioni non sono tropo forti?

Il sacerdote Massimo Biancalani si è visto oscurare il profilo Facebook per aver scritto una frase provocatoria contro razzisti e fascisti: “Loro sono la mia patria, i fascisti ed i razzisti i miei nemici”, a commento di una foto che immortalava un gruppo di migranti in costume da bagno. Per quale motivo una simile frase sia stata pietra di scandalo è da comprendere: sebbene è assolutamente insolito che un parroco mostri disprezzo verso una categoria o che utilizzi i social network per provocarla, il suo messaggio può essere ritenuto dissimile a quello cristiano?

La terminologia “Nemici” e “Patria” è cara ai nostalgici del ventennio, di qui si capisce come la frase utilizzata sia un artificio retorico utile per colpire direttamente quelle persone che, avendo dimenticato il male che il fascismo ed il razzismo hanno fatto alla nostra nazione, ne spingono le ideologie fomentando l’odio nei confronti di migranti la cui unica colpa è quella di scappare da una realtà difficile in cui sin da bambini devono fare i conti con la guerra, la fame e la morte.

Vista sotto questa prospettiva, e svuotata della provocazione terminologica, la frase del parroco non significa che il suo impegno è profuso per i bisognosi (in questo caso i migranti) e che la sua lotta è contro chi questi bisognosi li osteggia per paura e razzismo? La lotta di don Biancalani è quindi contro l’odio privo di qualsiasi ragione ed a favore di una solidarietà umana che trascende colori e razze. La solidarietà di cui parliamo non è forse quella carità cristiana che il Vangelo ci insegna?

Gli stessi che si scagliano contro don Massimo Biancalani per la frase in questione, lo criticano anche quando scrive, all’indomani dell’attentato di Barcellona della scorsa estate: “L’odio non ha colore né religione, si alla pace ed alla convivenza tra i popoli. #Barcellona2017”. In questo caso viene criticato per non aver fatto riferimento alle vittime, e per non aver condannato l’influenza evidente dell’Islam in questo attentato, ma ci chiediamo: a cosa sarebbe servito? Fomentare l’odio nei confronti dell’islam non porterebbe ad una frattura insanabile tra le due culture? Ad una guerra vera e propria in cui i cristiani, invece di pace e amore, professerebbero ritorsione e vendetta?

Luca Scapatello

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Luca Scapatello

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