
Don Giorgio de Capitani è ostinatamente e furiosamente contro Matteo Salvini e la sua politica, che definisce razzista.
“Buttiamo fuori i leghisti dalle chiese, dai consigli pastorali, dagli oratori” è una delle frasi del sacerdote, che condanna malamente il comportamento della Lega, avverso ai profughi, che arrivano via mare.
Al di la di ogni ragionevole volontà di comprendersi; di escogitare la cosa migliore da fare per tutti; al di la di ogni tentativo di comunicare per il bene comune, questo sacerdote cancella, in un baleno, la prerogativa di ogni cristiano di essere sereno e mite, di operare secondo giustizia e affidandosi, soprattutto, alla volontà di Dio e al suo intervento, anche nelle complicate questioni politiche.
Don Giorgio de Capitani arriva, addirittura, a definire “non umano” Salvini, che sta cercando di attuare una politica che salvaguardi dall’ingresso indifferenziato di chiunque (soprattutto “avventurieri” che nulla hanno a che fare con poveri, donne , bambini perseguitati), nel nostro già provato Paese. Ultimamente, infatti, ha provveduto a far chiudere i porti italiani, bloccando la tanto discussa Aquarius, una nave carica di migranti.
Nelle parole del sacerdote, pare che, invece, voglia trionfare il buonismo a prescindere, che non è utile a nessuno e che sovrasta e atterrisce la carità autentica, quella che vuole aiutare, davvero, coloro che fuggono da guerre e devastazioni, ma impedire, nel contempo, che il nostro Paese sia invaso da criminali d’oltremare, che approfittano dei vacui controlli di frontiera, con le conseguenze che conosciamo tutti e che incidono sul tasso di criminalità crescente.
“Salvini si dice cristiano, ma è un blasfemo. Bisogna scatenare una guerra civile, bisogna mandare via i barbari dall’Italia, i razzisti. Fuori”.
Antonella Sanicanti