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Don Fabio Rosini: “Le nostre ferite sono dei sintomi” – parte terza

Don Fabio Rosini, sacerdote e biblista, è conosciutissimo dai giovani romani e non solo. Le sue catechesi sono sempre partecipatissime e molto singolari e cercano di avvicinare chiunque alla giusta comprensione delle Sacre Scritture.
Nella catechesi riprodotta in basso, don Fabio Rosini parla della donna che soffriva di emorragie, l’emorroissa, come descritta nel Vangelo di Marco.

Don Fabio Rosini: “Potremmo stare appiccicati a Gesù, senza guarire”

La donna aveva cercato Gesù, perché la liberasse da un periodo lunghissimo di emorragie. Per questo motivo, le si avvicina ed entra in contatto con lui.
Riesce a toccare un lembo del suo mantello e, solo per questo, viene risanata; ma la storia non finisce qui.
Il Vangelo dice: “Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi mi ha toccato il mantello?”. I discepoli gli dissero: “Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?”. Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Gesù rispose: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Và in pace e sii guarita dal tuo male”.”.

Gesù cercava chi gli aveva “preso” quella grazia, ma come potevano i discepoli rispondere alla sua domanda e indicare la donna?
Gesù era tra la folla, sfiorato, strattonato da tutti, ma si era accorto che qualcuno lo aveva toccato con una diversa intenzione, quella di essere risanato.
Dice don Fabio Rosini: “Noi potremmo stare appiccicati a Gesù, senza guarire: questa è una cosa piuttosto preoccupante!”.

Ciò che fa la differenza è, appunto, l’intenzione che mettiamo nell’entrare in comunione con lui e ciò vale, ovviamente, anche quando ci avviciniamo ai Sacramenti, quando ci nutriamo dell’Eucarestia, quando -dicendoci cristiani- tentiamo di sembrare come Gesù, ma non di esserlo nel profondo.
Quando Gesù cerca di capire chi lo abbia toccato, intende rendersi conto di chi sia colui o colei che aveva desiderato guarire, poiché possa comprendere che il processo non è ancora terminato, ma solo iniziato!

Toccare Gesù era, dunque, solo la “premessa” di un cammino di guarigione, che la donna aveva innescato.
Gesù cerca l’emorroissa; non vuole che se ne vada, che si allontani, ora che ha cominciato una comunione con lui.
A quel punto, la donna, intimorita, sarebbe andata vita -una volta guarita- abituata com’era a rimanere ai margini della società; umiliata per la sua condizione fisica, ritenuta di estrema impurità dal resto della gente.
Ma, davanti al Figlio di Dio, è chiamata a farsi avanti, a dichiararsi la protagonista di quella storia, di quella grazia.

Don Fabio Rosini: “Non si incontra Dio per caso”

Come sottolinea don Fabio Rosini: “Non si incontra Dio per caso, non si riceve una grazia per caso (…). Se Dio da la grazia, è sempre perché questo riempia tutta la nostra vita”.
Gesù vuole, in qualche modo, assicurarsi che sia così anche per l’emorroissa.
Quando la donna gli racconta l’accaduto, la verità, Gesù ne è già a conoscenza, ovviamente. Quel racconto, quella sorta di confessione, servirà a lei, per comprendere che, da ora in poi, sarà in relazione, in comunione, col suo Salvatore.

La sua vergogna, così, è diventata “la storia della sua salvezza”, la sua grazia.
Chi è in comunione con Gesù, infatti, non è mai solo. La donna ora lo sa e può celebrarlo, dare spazio alla grazia, al bene che si è avverato nella sua vita.
Chiunque, come l’emorroissa, si pone ai piedi di Gesù e si racconta rende tangibile la verità della sua storia e la aggancia alla grazia guaritrice del Signore.
E il Signore ascolta la donna (come ascolta intimamente ognuno di noi), perché l’ha cercata appositamente!

Così, lo sguardo di Gesù dissolve ogni dubbio e coltiva la nostra fede, che ci aiuta ad aprirgli il cuore e a lasciarglielo curare.
“Sappiamo che per qualunque cristiano è destinato questo dono, di avere il Signore cuore a cuore, di avere lui vicino, di parlare con lui, di sentire profondamente la sua presenza. Questa presenza è la guarigione”, dice don Fabio Rosini.

Don Fabio Rosini è malato e sulle sue gravi condizioni circola un alone di voluto mistero. Presentando questa sua catechesi, vorremmo che tutti rivolgessero una preghiera al Signore -che lui serve in maniera impeccabile- perché possa dargli presto la guarigione sperata.
Il suo linguaggio semplice e gioviale permette a tutti coloro che lo ascoltano di apprendere come la Bibbia, in effetti, contenga le istruzioni per la vita di ogni giorno, per ognuno di noi.
Sta a noi, con l’aiuto di sacerdoti e guide, come don Fabio Rosini, metterci in ascolto della Parola di Dio e renderci conto di come si presti a renderci felici e non severi e pedanti, come molti si aspetterebbero.

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Antonella Sanicanti

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