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Card. Sarah: come vivere appieno la Domenica della Parola

L’invito del cardinale Robert Sarah all’approfondimento della Parola di Dio: utili anche incontri formativi, dando spazio alla meditazione silenziosa. 

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Papa Francesco ha voluto che ogni anno la III Domenica del Tempo Ordinario si celebrasse la Domenica della Parola di Dio. Quest’anno la data corrisponde alla prossima domenica, il 24 gennaio 2021. Il prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, il cardinale Robert Sarah, in una nota ha voluto “rammentare a tutti, Pastori e fedeli, l’importanza e il valore della Sacra Scrittura per la vita cristiana, come pure il rapporto tra Parola di Dio e liturgia”.

Domenica della Parola, Sarah: “Opportuna la processione introitale”

Per il porporato guineano, infatti, “una delle modalità rituali adatte a questa Domenica potrebbe essere la processione introitale con l’Evangeliario. Oppure, in assenza di essa, la sua collocazione sull’altare”. Tuttavia in questo contesto “è necessario rispettare le letture indicate, senza sostituirle o sopprimerle. Utilizzando versioni della Bibbia approvate per l’uso liturgico”, ha specificato Sarah.

Un’altra delle raccomandazione che il cardinale ha voluto esprimere riguarda il canto del Salmo responsoriale e il silenzio che, “favorendo la meditazione, permette che la Parola di Dio sia accolta interiormente da chi l’ascolta”.

Lo studio e l’approfondimento necessario per la Domenica della Parola

Ovviamente per celebrare la Domenica della Parola c’è bisogno di studio, di approfondimento. Se necessario, anche di incontrarsi insieme in più occasioni per confrontarsi e per andare a fondo sulla Scrittura. Per questo sarebbe anche “conveniente” promuovere “incontri formativi per evidenziare il valore della sacra Scrittura nelle celebrazioni liturgiche”.

“Può essere l’occasione per conoscere meglio come la Chiesa in preghiera legge le sacre Scritture, con lettura continua, semicontinua e tipologica”, ha spiegato il cardinale. Oppure per approfondire meglio “quali sono i criteri di distribuzione liturgica dei vari libri biblici nel corso dell’anno e nei suoi tempi, la struttura dei cicli domenicali e feriali delle letture della Messa”.

Sarah: “La Domenica della Parola è un’occasione propizia”

Affinché possa strutturarsi in ogni fedele una maggiore comprensione della celebrazione liturgica a cui si partecipa la domenica, troppo spesso in maniera quasi inconsapevole. La Domenica della Parola di Dio, in tutto ciò, assume la valenza di un momento di grande forza in cui mettere al centro il testo fondamentale della nostra fede, da cui poi si origina ogni momento della vita del cristiano, compresa la pratica religiosa tout-court.

Non a caso, per Sarah si tratta di “un’occasione propizia per approfondire il nesso tra la Sacra Scrittura e la Liturgia delle Ore, la preghiera dei Salmi e Cantici dell’Ufficio, le letture bibliche, promovendo la celebrazione comunitaria di Lodi e Vespri”. Un’altra sottolineatura riguarda il Salmo responsoriale, al fine di incrementare il servizio del salmista in ogni comunità. Senza contare inoltre il rispetto delle indicate, senza sostituirle o sopprimerle, e infine l’utilizzo di versioni della Bibbia approvate per l’uso liturgico.

LEGGI ANCHE: Coronavirus, il card. Sarah: non sprechiamo l’opportunità di tornare a Dio!

Il monito di Sarah a vescovi e presbiteri: “Serve una speciale dedizione”

“L’ascolto del Vangelo, punto culminante della Liturgia della Parola è caratterizzato da una particolare venerazione, espressa non solo dai gesti e dalle acclamazioni, ma dallo stesso libro dei Vangeli”, spiega ancora la nota. Il punto ultimo, ma di certo non meno importante, riguarda l’omelia.

Il monito della nota infatti invita vescovi, presbiteri e diaconi a sentire dentro di sé vivo e profondo l’impegno a svolgere questo ministero con speciale dedizione. Per fare ciò, è consigliato dare importanza al silenzio che, spiega Sarah, favorisce la meditazione e permette che la Parola di Dio sia accolta interiormente da chi l’ascolta.

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Ciò anche per la semplice ragione che l’ambone, da cui si proclama la Parola di Dio, “non è un arredo funzionale, bensì il luogo consono alla dignità della Parola di Dio, in corrispondenza con l’altare”, chiosa la nota. “Da esso si possono proferire l’omelia e le intenzioni della preghiera universale. Mentre è meno opportuno che vi si acceda per commenti, avvisi, direzione del canto”.

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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