Quante domande si pongono i fedeli sull’Eucarestia e sulla reale presenza di Gesù in essa?
Forse troppo poche, poiché spesso non ne comprende a pieno il significato, la rilevanza.
Gesù è pane vivo disceso dal cielo, il pane della vita e il Pontefice ribadisce che mangiare Il Copro e bere il Sangue di Gesù significa “che noi possiamo diventare una sola cosa con Lui. Infatti dice: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”.”.
Dunque, la parole “Comunione”, con cui si definisce l’atto di recarsi all’altare e prendere l’Eucarestia, è così intesa e spiegata: “La comunione è proprio una assimilazione: mangiando Lui, diventiamo come Lui. Ma questo richiede il nostro “sì”, la nostra adesione alla fede”.
Ed è per questo che si decide di partecipare alla Santa Messa, non solo per ricordare la Coena Domini, l’Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli o per partecipare ad un rito obbligato, ma per cibarsi del pane che trasforma le nostre vita, le nostre azioni “in un dono a Dio e ai fratelli”.
Nutrirci dell’Eucarestia “significa entrare in sintonia con il cuore di Cristo, assimilare le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. Significa entrare in un dinamismo di amore e diventare persone di pace, persone di perdono, di riconciliazione, di condivisione solidale”.
Antonella Sanicanti
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