Quante domande si pongono i fedeli sull’Eucarestia e sulla reale presenza di Gesù in essa?
Forse troppo poche, poiché spesso non ne comprende a pieno il significato, la rilevanza.
“Vivere in comunione concreta, reale con Gesù, su questa terra, ci fa già passare dalla morte alla vita”, queste sono le parole di Papa Francesco, che ben spiegano l’importanza rappresentata dall’Eucarestia.
Gesù è pane vivo disceso dal cielo, il pane della vita e il Pontefice ribadisce che mangiare Il Copro e bere il Sangue di Gesù significa “che noi possiamo diventare una sola cosa con Lui. Infatti dice: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui”.”.
Dunque, la parole “Comunione”, con cui si definisce l’atto di recarsi all’altare e prendere l’Eucarestia, è così intesa e spiegata: “La comunione è proprio una assimilazione: mangiando Lui, diventiamo come Lui. Ma questo richiede il nostro “sì”, la nostra adesione alla fede”.
Ed è per questo che si decide di partecipare alla Santa Messa, non solo per ricordare la Coena Domini, l’Ultima Cena di Gesù con gli Apostoli o per partecipare ad un rito obbligato, ma per cibarsi del pane che trasforma le nostre vita, le nostre azioni “in un dono a Dio e ai fratelli”.
Nutrirci dell’Eucarestia “significa entrare in sintonia con il cuore di Cristo, assimilare le sue scelte, i suoi pensieri, i suoi comportamenti. Significa entrare in un dinamismo di amore e diventare persone di pace, persone di perdono, di riconciliazione, di condivisione solidale”.
Ed è così che -per tornare alla prima citazione- si passa dalla morte alla vita, già su questa terra, luogo in cui bisogna essere costantemente allerta, per contrastare coloro che vogliono privarci della dignità di figli di Dio, della pace interiore, della semplicità di una vita che aneli a vendere negli altri in volto del Salvatore.
Antonella Sanicanti
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