Dire: “Future mamme” o “Mamme in attesa” non si può, solo persone incinte

 

 

 

Un altro deciso passo verso la confusione dei sessi è stato fatto nel Regno Unito, dove a partire da oggi, per decisione della British Medical Association, i medici di strutture private e pubbliche non potranno più riferirsi alle donne incinte come “Future mamme” o “Mamme in attesa”, ma dovranno altresì riferirsi a loro con il termine generico “Persone incinte”.

 

Il motivo di una tale decisione? Semplice, per non offendere i transgender, nello specifico tutti quegli uomini intersex o transgender che possono essere messi incinta. In breve, per tutelare la sensibilità di una minoranza è stato revocato ufficialmente il titolo di “Mamma” in tutte le strutture ospedaliere del Regno Unito. Allo stesso modo,  provvedimento (forse) più comprensibile, i medici non si potranno riferire ai soggetti che hanno deciso di cambiare sesso riferendosi a loro con espressioni come “Nata donna” o “Nato Uomo”.

 

Tornando al discorso principe, non sono solo gli italiani a pensare che si tratti di una decisione assurda e addirittura offensiva, Laura Perrins avvocato e fondatrice dell’associazione per i diritti delle donne ‘The Conservative Woman’, riguardo la decisione della Bma ha detto: “È una misura contro la scienza, contro le donne e contro le mamme. Tutti i dottori sanno che solo le femmine possono avere bambini. Dire altrimenti è offensivo e pericoloso. Questa decisione offenderà le donne di ogni parte del paese ed è un ottimo esempio di come la maggioranza delle donne venga insultata da una piccola minoranza di persone”.

 

Ma non solo le associazioni femministe, anche alcuni parlamentari hanno definito la decisione “Ridicola”, per non parlare dei membri della Chiesa Anglicana come l’ex vescovo anglicano di Rochester, Michael Nazir-Ali, che ha commentato con un velo di rammarico la questione, limitandosi a definire “Triste” la realtà odierna e la piega legislativa presa negli ultimi anni.

 

Insomma la maggioranza dei cittadini inglesi sono concordi nel definire le linee guida della Bma come un tentativo di favorire ad ogni costo una minoranza, che comporta confusione nelle persone ed è offensivo per milioni di donne. A queste accuse la British Medical Association ha replicato spiegando che si tratta appunto di “Linee guida” per lo staff, e non per i medici, e che questi accorgimenti dovrebbero servire ad avere un ambiente di lavoro più equo e sereno.

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