Non tutte le mostre fotografiche espongono le gigantografie di celebrità e di personaggi, più o meno, noti, più o meno, fotogenici.
Ci sono fotografi, professionisti e non, che cercano di mostrare l’essenza dei loro soggetti, più che l’apparenza, nel tentativo di generare col loro click un momento irripetibile e pregno di significato.
Un esempio di questo genere fotografico sono gli scatti di Chris Arnade, che ritraggono i “personaggi” del Bronx.
Già da molti anni, Chris si è prefisso si immortalare la gente comune e dar voce, attraverso quelle immagini, alle persone che nessuno ascolterebbe mai, a cui pochi chiederebbero un’opinione, da cui quasi tutti staremmo lontani.
Ma Chris non nasce professionalmente fotografo, infatti, per 20 lunghi anni, è stato un uomo d’affari a Wall Street ed era sicuramente abbiente.
Dai ricchi quartieri della città, si è diretto, così, alle zone più degradate di New York; da agente per grandi aziende è diventato colui che racconta la vita dei “left behind”, ossia dei “lasciati indietro”.
Quella sembra essere una società parallela, popolata da senzatetto, drogati, prostitute, ma che, come Chris non si sarebbe mai aspettato, hanno ridestato in lui la sete di Dio e il rispetto per la dignità della vita di chiunque.
Non solo, questi hanno anche un Rosario sempre a portata di mano, pronto ad essere afferrato nei momenti più duri e bui.
Così la foto gallery di Chris ora è popolata da questi dimenticati, che, nella loro indigenza estrema, trovano il senso della vita: “Siamo tutti peccatori e sulla strada; i drogati, gli ultimi, nelle loro battaglie quotidiane e nella loro quotidiana vicinanza alla morte lo capiscono in modo viscerale. Molta gente di successo no. Il loro senso di sé e la loro freddezza emotiva hanno anestetizzato la percezione della loro fallibilità.”.