Zaccaria chiama suo figlio col nome che Dio gli ha indicato, lo stesso che ognuno può pronunciare per riacquistare fiducia: Dio è Misericordia.
Liturgia di oggi Sabato 19 Dicembre 2020
- FERIA PROPRIA DEL 19 DICEMBRE
L’atteso verrà e non tarderà;
non ci sarà più timore sulla nostra terra:
egli è il nostro Salvatore. (Cfr. Eb 10,37)
Prima Lettura
La nascita di Sansone è annunciata dall’angelo.
Dal libro dei Giudici
Gdc 13,2-7.24-25a
In quei giorni, c’era un uomo di Sorèa, della tribù dei Danìti, chiamato Manòach; sua moglie era sterile e non aveva avuto figli.
L’angelo del Signore apparve a questa donna e le disse: «Ecco, tu sei sterile e non hai avuto figli, ma concepirai e partorirai un figlio. Ora guàrdati dal bere vino o bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro. Poiché, ecco, tu concepirai e partorirai un figlio sulla cui testa non passerà rasoio, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio fin dal seno materno; egli comincerà a salvare Israele dalle mani dei Filistei».
La donna andò a dire al marito: «Un uomo di Dio è venuto da me; aveva l’aspetto di un angelo di Dio, un aspetto maestoso. Io non gli ho domandato da dove veniva ed egli non mi ha rivelato il suo nome, ma mi ha detto: “Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio; ora non bere vino né bevanda inebriante e non mangiare nulla d’impuro, perché il fanciullo sarà un nazireo di Dio dal seno materno fino al giorno della sua morte”».
E la donna partorì un figlio che chiamò Sansone. Il bambino crebbe e il Signore lo benedisse.
Lo spirito del Signore cominciò ad agire su di lui.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale – Dal Sal 70 (71)
R. Canterò senza fine la tua gloria, Signore.
Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio. R.
Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno. R.
Verrò a cantare le imprese del Signore Dio:
farò memoria della tua giustizia, di te solo.
Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie. R.
Il Vangelo di oggi Sabato 19 Dicembre 2020
La nascita di Giovanni Battista è annunciata dall’angelo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,5-25
Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso.
Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso.
Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto».
Zaccarìa disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».
Intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».
Parola del Signore
Dio è misericordia – Il commento al Vangelo di oggi Sabato 19 Dicembre 2020
Nel momento in cui l’angelo annuncia a Zaccaria che sarà padre di San Giovanni Battista, colui sul quale sarà forte lo spirito e la potenza di Elia, egli stenta a credere: anche lui risponde, come Maria, con una domanda, poi con un’affermazione. Nega però la possibilità che tutto questo possa accadere veramente, c’è un “No, Signore, non sono pronto, non è possibile…”. In Maria invece c’è già il suo sì perché c’è il desiderio che il piano di Dio accada. Ella è da sempre perfettamente sottomessa e in linea con la volontà del Signore, che ama più di sè stessa.
Quante volte sarà capitato a noi di esserci sentiti chiamati da Dio e noi gli abbiamo risposto: “No, Signore, non sono pronto per questo, questo per me è troppo, in fondo forse… non lo voglio davvero“. E Dio a quel punto deve farci capire quanto quel dono sarebbe invece importante facendoci sperimentare, come a Zaccaria, una privazione, come ad esempio qui quella di non sapere cosa dire di fronte a quanto successo, del non sentirsi capiti dagli altri, in un senso di estraneità.
Allora, lontani dai conforti di chi non può più comprendere il nostro dolore, capiamo in fondo al cuore che la chiamata di Dio era indispensabile alla nostra vita perché era la nostra felicità, per noi e gli altri.
Così, con le gambe tremanti e la voce che si strozza in gola, come Zaccaria annunceremo un giorno quel “sì” che era rimasto muto, quel sì che Dio ci ha fatto dire facendo coraggio alle creature stanche e deluse che siamo. A volte paurose, a volte che pare che dobbiamo “farla pagare” a Dio se non ci ha dato quel qualcosa allora, quando lo dicevamo noi.
Quando non avevamo aspettato tanto e quando, a nostro dire, eravamo pronti. Ed ora, eccolo lì quel nome, con cui Zaccaria chiamerà suo figlio come annunciato dall’angelo, e finalmente pronuncia il nome di Dio per chi non ha più speranze: Giovanni, che in ebraico significa Dio è Misericordia.
Elisa Pallotta