A molti potrebbe sembrare un lapsus, oppure per altri si è trattato di una svista rivelatrice del sentimento che purtroppo anima coloro che si esprimono senza se e senza ma, a favore di una pratica contro la vita quale è l’eutanasia.
Le scioccanti parole della conduttrice televisiva hanno infatti avuto un grande risalto in tutto il mondo, mettendo in luce un cinismo che a tratti sembra quasi incredibile.
“Se si incoraggia l’eutanasia, ci sarà un risparmio”. Queste parole sono uscite dalle labbra di Mary Kenny, conduttrice televisiva e drammaturga irlandese oltre che popolare giornalista, e membro fondatore dell’Irish Women’s Liberation Movement, un conosciuto movimento femminista nato intorno agli anni Settanta.
Lo scorso 3 settembre la donna, classe ’44, ha infatti pubblicato un tweet in cui cita una ricerca svoltasi in Canada nel 2017, da cui emergono però alcune delle agghiaccianti ragioni che, oggi come non mai, spingono una grande quantità di personalità pubbliche, e a seguire i tanti e ricchi media che le sostengono, a sponsorizzare senza freni l’eutanasia.
Di fatto, si sente spesso dire che gli ultimi sei mesi di vita per un uomo o una donna risultano essere quelli più costosi per ogni servizio sanitario intenzionato ad offrire tutto il necessario ai cittadini, che peraltro pagano per tutta la vita le tasse proprio per ottenere questo genere di assistenza da parte delle istituzioni pubbliche, come quelle legate alla sanità.
Di fronte a questa certezza di buonsenso, però, ecco che si agita lo spettro cinico dell’economia che sembra non volere guardare in faccia a niente e nessuno al di là dei freddi numeri. Così, emerge che incoraggiare l’eutanasia possiede in sé nient’altro che un valore economico. Altro che solidarietà o compassione, tutte belle parole di cui i media riempiono numerose paginate non appena si sente parlare di questi argomenti.
La ricerca in questione afferma infatti senza mezze misure che quella che viene sterilmente denominata la “morte medicalmente assistita”, vale a dire l’eutanasia, porta a sostanziali risparmi per il sistema sanitario canadese. L’eutanasia ridurrebbe la spesa sanitaria annuale del Canada per una cifra che si aggira tra i 34,7 milioni e 136,8 milioni di dollari, come afferma il Canadian Medical Association Journal.
Risparmi che superano abbondantemente i costi, stimati in una cifra che va dagli 1,5 ai 14,8 milioni di dollari di cui si necessita per implementare l’eutanasia sui più deboli. Dati ricevuti peraltro proprio dal Vecchio continente, precisamente da Paesi Bassi e Belgio, dove l’eutanasia è legale, confrontati e combinati con i dati di spesa canadesi dell’Ontario. Insomma, emerge il bisogno di costi iniziali che porterebbero però a una riduzione di spesa futura e in altre parti del sistema.
Secondo quanto spiega la rivista Il Timone, infatti, circa un quinto dei costi sanitari riguarda i pazienti entro i sei mesi della morte, così si “offre” ai pazienti che stanno per passare a miglior vita la “possibilità” di scegliere l’eutanasia, rinunciando così alle loro cure e al consumo di risorse.
Una triste ammissione che rivela però molto di quanto c’è dietro la cultura della morte che oggi come non mai, in una società in cui si è fatto del denaro il vero grande idolo, incalza e viene sostenuta e diffusa a spron battuto. Allora forse torna utile guardare a quanto scritto nella Bibbia (1Tim. 6:10): “L’avidità del denaro, infatti, è la radice di tutti i mali”.
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