Denise McAllister “Io contraria all’aborto costretta a vivere sotto scorta”

Giornalista contraria all'aborto

Denise McAllister giornalista americana contraria all’aborto è costretta a vivere sotto scorta dopo aver ricevuto delle minacce di morte per aver espresso la propria opinione sulle donne che ricorrono alla pratica.

Spesso i cattolici e i religiosi vengono accusati di avere una visione troppo chiusa della realtà e di esprimere giudizi negativi su chiunque la pensi in maniera differente. Al giorno d’oggi però questa forma di intolleranza sulle opinioni altrui è riscontrabile anche e sopratutto tra gli atei (o liberi pensatori), accade infatti sempre più spesso che se un religioso o un uomo con una morale cattolica esprime il proprio parere su temi caldi diviene vittima della gogna mediatica e di quella social. Il caso esemplare è quello vissuto dalla giornalista americana di ‘Fox NewsDenise McAllister, rea secondo la massa social di essersi espressa contro chi pratica l’aborto e vittima non solo di insulti ma anche di minacce.

Fervente sostenitrice del diritto pro vita, Denise ha scritto sul proprio profilo social la seguente frase: “Alla base dell’isteria dell’aborto c’è il desiderio sconvolto delle donne per il sesso irresponsabile. Il sesso è il loro dio. L’aborto è il loro sacramento. È aberrante quando le donne decidono di gettarsi dalle vette della forza civilizzatrice del mondo nella melma e nel fango della depravazione disumanizzante”. Un opinione dura che non è piaciuta al web al punto da attirarle contro una massa di hater.

Denise McAllister contraria all’aborto: minacce e denuncia alla polizia

La bufera suscitata da quel commento ha attirato l’attenzione dei media e nel corso di un’intervista la McAllister ha ribadito il concetto spiegandolo più chiaramente: “Non puoi semplicemente mettere fine ad una vita umana solo perché non hai voluto essere responsabile delle tue azioni, solo perché hai dato un valore più alto al fare sesso che alla vita umana”. Nel frattempo sulla sua posta privata sono arrivati messaggi di insulti e minacce di vario tipo tra cui quelle di stupro e quelle di morte, rivolte queste ultime non solo a lei ma anche alla sua famiglia.

Alcuni di questi terribili messaggi facevano comprendere che l’autore era a conoscenza di dove si trova la sua abitazione, così la giornalista, preoccupata per l’incolumità sua e della famiglia, ha sporto denuncia alle autorità. Data la concretezza della minaccia, la polizia ha provveduto spostare la donna e la famiglia in un’abitazione sicura ed ha anche assegnato loro una scorta. Questa storia dimostra come al giorno d’oggi una posizione contraria all’aborto non solo è malvista dalla comunità, ma quasi impossibile da esprimere pubblicamente, ci si chiede dunque: che fine ha fatto la libertà di pensiero?

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Luca Scapatello

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