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Deep web, violenze e torture sui minori: l’inferno approda su internet

Una rappresentazione terribile, oscena e dai tratti infernali quella accertata dal nucleo investigativo di Siena: il deep web nascondeva l’orrore delle violenze e delle torture sui minori.

(photo Pixabay)

Il nucleo investigativo dei Carabinieri di Siena sta portando avanti, fortunatamente con successo, un’indagine dai tratti infernali. A confermare la notizia della denuncia di due 17enni per pedo-pornografia e istigazione a delinquere è l’agenzia Adnkronos, che fa sapere come i due giovani erano riusciti ad accedere, mediante pagamento i criptovalute (bitcoin) a siti nascosti nel cosiddetto “deep web”. Qui, si assisteva a vere e proprie violenze sessuali e torture praticate da adulti su bambini. Purtroppo, spesso, questi eventi erano scanditi dall’uccisione dei minori. Se non è questa la rappresentazione dell’inferno, l’idea non se allontana troppo.

L’oscenità del “deep web”: l’inizio delle indagini

Le oscene pratiche nascoste nel dark-web, o deep web, sono campo di indagine dei Carabinieri da ormai diverso tempo. Risale infatti all’ottobre del 2019 l’inizio della cosiddetta “Operazione Delirio”, nome del tutto appropriato a ciò che avviene dietro il sipario del web. All’interno di questa oscena rappresentazione, agli utenti viene data la possibilità di interagire sia “live”, che in differita alle condotte di violenza sui minori, attuate in diretta da adulti. Questa indagine, col passare del tempo, aveva portato alla luce una terribile chat, denominata “The Shoah Party”. Da qui, si può anche intravedere l’intenzione dei delinquenti di virare verso l’apologia del nazismo. Il dramma sta anche nel fatto che a queste chat partecipavano numerosissimi minorenni di tutta italia.

Un giro di soldi dietro alle oscure pratiche

Le indagini dei Carabinieri senesi hanno fatto passi da gigante e hanno portato alla luce l’orrore che si cela alle spalle del web. Gli investigatori hanno rilevato, come riporta Adnkronos, “la parte più oscura e drammatica delle risultanze indiziarie”. Da quanto si apprende, le persone pagavano altissime cifre per partecipare a queste sevizie. Ma c’è di più: le persone si proponevano di pagare somme ancora più alte se partecipavano dal vivo (in streaming) a tutto ciò e se avevano la possibilità di interagire con i criminali. Infatti, le richieste live avevano costi molto più elevati.

(photo Pixabay)

Le tipologie di sevizie

Da quanto si apprende, erano principalmente tre le modalità attraverso cui questo inferno veniva alla luce: la prima riguardava la diffusione di video pedo-pornografici autorealizzati da minorenni e poi diffusi. Il secondo tipo riguardava invece video realizzati dagli adulti nei quali si intravedevano violenze sui minori. La terza modalità riguardava invece dei “video gore”, spesso associati a simboli nazisti.

Fabio Amicosante

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