La decisione del Papa prende alla sprovvista i dipendenti vaticani

Il progetto è arrivato in Vaticano in maniera inaspettata per i lavoratori della Santa Sede, seppure la questione fosse da tempo nell’aria.

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Si tratta di un “progetto pilota” per la valutazione del personale della Santa Sede, che verrà associato a un’analisi globale del livello di “operatività, competenza e comportamento” dei dipendenti. Tra le mura vaticane, e nei Sacri palazzi, ormai da anni si parla di bilanci in deficit, di necessità di riorganizzazioni economiche, di impellenze e “riforme” nel senso tecnico del termine, riguardanti cioè i dipendenti dello Stato più piccolo del mondo.

L’iniziativa del Papa partita dalla segreteria per l’economia

L’iniziativa parte dalla Segreteria per l’Economia e in particolare dal prefetto nominato da Francesco nel 2019, padre Juan Antonio Guerrero Alves. Francesco infatti ha ben in mente che c’è del lavoro da fare, ed è fermamente intenzionato a portarlo avanti tramite i diversi dicasteri che si trovano sotto la sua guida. Da tempo il Pontefice ha affrontato la tematica anche in discorsi pubblici, nonché in interventi più circoscritti o persino privati, e si è anche mosso di conseguenza con diverse sostituzioni ai vertici delle varie strutture pontificie.

Così padre Alves ha scritto ai capi dicastero e responsabili di enti e organismi della Santa Sede per portare avanti questa iniziativa. Insieme alla sua missiva, infatti, c’era anche una impersonale e anche piuttosto inusuale “scheda di valutazione ed autovalutazione del dipendente”, con allegate le relative istruzioni e le “linee guida di valutazione delle risorse”. I fini di questo progetto sarebbero quindi quelli, in primis, di mettere in atto una “mobilità virtuosa” in seno alla Curia. Che dovrebbe coinvolgere diversi soggetti.

Cosa prevede il test di valutazione che verrà posto ai lavoratori vaticani

In un primo momento, infatti, ad esserne toccati saranno alcuni uffici specifici, ma poi la riorganizzazione finirà per toccare inevitabilmente anche tutti gli altri enti. Per cui, per la prima volta nella storia, ogni dipendente sarà sottoposto a una valutazione facente capo a una scheda molto dettagliata, con diverse specificazioni. Tra queste, categorie come efficienza e metodicità, catalogate sotto il nome di “operatività”, oppure della preparazione specifica, indicata come “competenza”. 

Ancora, verrà valutato l’atteggiamento sul luogo di lavoro e i rapporti con i colleghi e gli altri referenti, nella semplice dicitura “comportamento”. Ognuna di queste scale di valutazione prevederanno punteggi da uno a cinque. O meglio, dal “non adeguato”, al “migliorabile”, all'”adeguato”, fino al “buono” e all'”eccellente”, come riporta l’Ansa.

Il dipendente avrà anche la possibilità di auto-valutarsi, ma c’è un nodo

Il dipendente avrà anche la possibilità di autovalutarsi, e alla fine il foglio excel elaborerà un punteggio parziale per ogni categoria e uno complessivo finale, anche questo da 1 al 5. Quello però ci si chiede, in questo caso, è che cosa accadrebbe nel caso in cui ci siano evidenti disparità tra il giudizio che il dipendente dà di sé stesso e quello al contrario espresso dal proprio superiore.

Insomma, si tratta di un documento che sarà utile a compiere una “pulizia” sotto diversi aspetti, andando quindi a verificare dal punto di vista effettivo chi lavora in Vaticano, come lo fa, quali sono le sue caratteristiche personali e professionali. Segno del fatto che Papa Francesco vuole vederci sempre più chiaro, vuole capire chi ha attorno, che cosa succedere tra le mura leonine, e se ci sono effettivamente degli aspetti da rivedere. Un’operazione di riorganizzazione ma anche di trasparenza di governo dalla “macchina” della Santa Sede.

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Cosa è scritto nella lettera inviata dal gesuita incaricato da Bergoglio

L’Ansa nello specifico ha riportato anche i passaggi della lettera che padre Guerrero Alves ha inviato ai capi dicastero. In questa si scrive che “l’avanzamento della riforma della Curia Romana, in questi anni ha determinato un innovamento delle strutture, delle attività e del lavoro. In molti settori è emersa la necessità di nuove competenze e, allo stesso tempo, il personale della Curia Romana si è impegnato per adattarsi ai rinnovati requisiti richiesti dalla nuova organizzazione”.

Per cui, continua il gesuita spagnolo scelto da Bergoglio, “alla luce di queste trasformazioni è stata già condivisa con molti Enti l’esigenza di valorizzare al meglio le risorse meritevoli, fornire nuove opportunità e favorire la formazione tecnica e professionale”. Una decisione da alcuni criticata, ma da altri giudicata pienamente condivisibile nell’obbiettivo di svolgere al meglio il lavoro necessario per fare funzionare il Vaticano, e di farlo senza troppe zone d’ombra o scomodi impicci, tra le cui pieghe, peraltro, si sono purtroppo nascosti spesso anche diversi scandali e situazioni certamente poco piacevoli. 

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Si cerca di acquisire “una visione complessiva del livello di operatività”

La lettera però continua dicendo anche che, allo stesso tempo, “è stata, altresì, condivisa la necessità di individuare in modo più dettagliato le caratteristiche di ogni risorsa, per assicurare la costituzione di un’organizzazione efficace che risponda alle effettive esigenze della Curia Romana”. “A tale scopo è essenziale l’acquisizione di una visione complessiva del livello di operatività, competenza e comportamento del personale in servizio”, spiega ancora il prefetto per l’Economia.

Proprio per questa ragione, infatti, “la Segreteria per l’Economia, attraverso l’Ufficio del Personale, ha sviluppato un progetto pilota per la valutazione del personale ed ha elaborato una ‘scheda di valutazione ed autovalutazione del dipendente’, unitamente alle ‘linee guida di valutazione delle risorse’ e la ‘guida alla compilazione della scheda di valutazione delle risorse'”. Una visione a cui Papa Francesco non vuole rinunciare, ma che ha anche bisogno di una messa a punto, per il fatto che si tratta di un progetto assolutamente inedito.

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Ad ora il progetto è sperimentale, ma già si fanno largo i primi dubbi

“Il progetto sta coinvolgendo, in via sperimentale, inizialmente, solo alcuni uffici appartenenti ad alcune istituzioni della Curia Romana“, ha infatti specificato il religioso. Aggiungendo che, “ricevuti i riscontri sugli esiti di questa fase pilota, saranno successivamente coinvolti tutti gli Enti della Curia al fine di realizzare una visione globale delle risorse in forza alla Santa Sede, valutare i punti di forza e segnalare gli aspetti da migliorare di ogni risorsa ed avviare una mobilità virtuosa tra i differenti Enti di Curia”.

Ora resta da capire come è stata ricevuta la notizia di questo progetti di valutazione tra i circa tremila dipendenti della Santa Sede. Uomini, donne e famiglie che, tra l’altro, sono reduci da anni intensi e particolarmente duri dal punto di vista economica. Tra blocco delle promozioni e degli straordinari, che proseguono da anni, e il più recente congelamento degli scatti di anzianità, con i conseguenti tagli alle retribuzioni, dovuto all’inasprirsi della pandemia e degli effetti economici che ne sono derivati, c’è un certo scetticismo e una disillusione su quanto sta accadendo, per non dire risentimento.

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Il Papa a tavola con i dipendenti vaticani – photo web source

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Ci si chiede: è davvero il metro dell’efficentismo e del funzionalismo, quello che dovrebbe usare la Santa Sede con i suoi dipendenti? Oppure, al contrario: è un bene che finora non lo si sia mai utilizzata, ed è forse a causa di questo aspetto che si sono verificati, nel tempo, spiacevoli episodi, e che i bilanci economici della cittadella più piccola del mondo sia arrivati ad essere così in rosso? Domande che hanno sicuramente risposte diverse tra gli stessi dipendenti, ma che sembrano al contrario ben chiare nella mente del Pontefice.

Giovanni Bernardi

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