DDL Zan: fatta la legge, trovato l’inganno! Il rischio della deriva liberticida

Sanato 11 luglio (a Roma giovedì 16) in molte città italiane si terrà la manifestazione “Restiamo liberi”, contro il Ddl Zan sulla cosiddetta “omotransfobia”.

Il testo è stato depositato in commissione alla Camera, e l’idea è di calendarizzarlo già per il 27 luglio.

Il contesto ha ricompattato gran parte dei cattolici, in particolare il mondo legato al movimento pro-vita e famiglia. Il medico Massimo Gandolfini, volto noto del Family Day, ha invitato tutti alla partecipazione, dopo alcuni tentennamenti dovuti ai rischi sanitari per via della pandemia. Nel frattempo, il 5 luglio c’è stata la veglia a Bari, e il 27 giugno a Bolzano.

L’attacco del medico Massimo Gandolfini

Gandolfini ha parlato di “una deriva ideologica liberticida di stampo dittatoriale che viene fatta avanzare con determinazione e forza inaudite e che abbiamo il dovere di cercare di contrastare con ogni mezzo”.

Il medico Massimo Gandolfini

Si parla infatti di contenuti fortemente liberticidi, che rischiano di impedire pesantemente la libera manifestazione del pensiero, la libertà educativa e persino di professare la propria fede religiosa, impedendo di affermare ad alta voce che un bimbo, per crescere, ha bisogno di una mamma e un papà.

Le profezie di Chesterton si stanno avverando? Il caso Rowling

L’umorista inglese G.K. Chesterton, nel libro “Eretici” del 1905, scrisse: “Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”. Che questo tempo rischi di essere alle porte?

Il caso J. K. Rowling, pesantemente attaccata da più parti per avere espresso su Twitter l’idea che le battaglie Lbgt cancellano la realtà e la verità della donna, testimonia tutta la gravità del momento. In Italia casi analoghi sono avvenuti in molteplici occasioni, come ad esempio per i ripetuti attacchi alle giornaliste Monica Ricci Sargentini e Marina Terragni.

La scrittrice J. K. Rowling

Le denunce di Pro Vita & Famiglia

L’associazione Pro Vita & Famiglia, che ha confermato la sua partecipazione all’evento, denuncia il fatto che qualora il provvedimento diventasse legge, si rischierebbe fino a sei anni di galera per chi difende pubblicamente la complementarietà sessuale tra uomo e donna. Più cauto Avvenire, che ha intervistato lo stesso promotore della legge, l’esponente del Partito Democratico Alessandro Zan (insieme a Ivan Scalfarotto, esponente del partito di Matteo Renzi Italia Viva).

Zan ha affermato che la legge non limiterà la possibilità di esprimere la propria opinione e di professare il culto cattolico secondo quanto affermato dalla Dottrina, che cioè la famiglia naturale è quella composta da una mamma e un papà.

La legge è generica per applicarla in maniera estensiva

Ma concetti come discriminazione, odio, e violenza, se non esattamente definiti rischiano di diventare generici e lasciano ai giudici margine di discrezionalità inaccettabili e incostituzionali.

Gender legge Zan Scalfarotto
Anche il Card. Ruini ha pubblicamente avversato il DDL proposto dai due deputati del Partito Democratico e di Italia Viva (il partito di Matteo Renzi), Alessandro Zan e Ivan Scalfarotto

L’obiettivo dei democratici è infatti quello di poter portare a casa la legge per poi applicarla in maniera estensiva. Anche la Santa Famiglia, secondo i più critici, rischierebbe di venire messa fuori legge perché composta da Maria e San Giuseppe, come nei peggiori regimi totalitari. Insomma, fatta la legge, trovato l’inganno. 

Le domande della manifestazione di piazza contro il DDL Zan

Le domande avanzate dai promotori dell’iniziativa mettono in luce il rischio che si sta affrontando. “In caso di approvazione del testo, sarà possibile per chi gestisce una palestra vietare ai maschi transgender (che si “sentono” donne) l’ingresso nello spogliatoio delle donne?“, chiedono nel loro manifesto.

“Sarà possibile per un genitore chiedere che il figlio non partecipi ad attività scolastiche inerenti temi sensibili sulla sessualità e la famiglia? Sarà ancora possibile per un sacerdote spiegare la visione cristiana del matrimonio?”, sono le altre domande. E ancora: “Sarà possibile dire pubblicamente che la pratica dell’utero in affitto è un abominio o dirsi contrari alla legge sulle unioni civili? Per tutte queste domande il ddl sull’omofobia ha una sola risposta, NO”.

Tutti i rischi del DDL Zan (se dovesse diventare legge)

Il rischio è che potrebbe diventare fuorilegge cacciare un seminarista omosessuale, rifiutarsi di affidare incarichi pastorali o educativi ad un omosessuale, rifiutarsi di benedire coppie gay o lesbiche, addirittura impedire a un uomo che si sente donna di utilizzare i bagni o le docce delle femmine.

Rifiutare a un transessuale nato uomo di poter partecipare a una competizione atletica femminile diventerebbe discriminatorio, nonostante la prestanza fisica diversa. Imporre un codice di abbigliamento sulla base del sesso all’interno di un istituto scolastico potrebbe diventare fuorilegge. Per un genitore, impedire che i propri figli partecipino a corsi sul gender, magari con un insegnante drag queen, diventerebbe reato.

In Italia non esiste alcun vuoto normativo

La verità, inoltre, è che in Italia al momento non esiste alcun vuoto normativo sulla questione. I reati di violenza, di offesa, di atti persecutori o quant’altro, sono già pienamente sanzionati, e quello che si chiede è per quale ragione, mentre si chiudono gli istituti cattolici, si punta con tutte le forze ad introdurre lezioni omotransessualiste nelle scuole, con un ampio dispiegamento di denaro pubblico (nel DDl Zan sono previsti a tal fine 4 milioni di euro nel ddl)?

Per il movimento Lgbt affermare che un bimbo ha bisogno di una mamma e un papà, ed esprimere la propria contrarietà a questo tipo di insegnamento nelle scuole frequentate dai propri figli, significa commettere un reato di “omotransfobia”. Il che rende evidente la violenza e l’assurdità della questione. Come anche il bisogno, per tutti quei cittadini che vogliono restare liberi, di esprimere ad alta voce la propria contrarietà a queste assurdità.

Il problema di discriminazione in Italia? Inesistente

I dati ufficiali parlano di cifre minime per quanto riguarda i fenomeni di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale in Italia. Cifre che si aggirano sui 26 casi all’anno, ovvero un totale di 212 nel periodo monitorato che va dal 10 settembre 2010 al 31 dicembre 2018.

La verità è che l’unico effetto della legge, vista la mancanza di reali esigenze, è quello di rovesciare e sconvolgere l’ordine etico e culturale della nostra società, già abbondantemente in crisi di valori di natura morale.

Il vero obiettivo? Il matrimonio gay (e la mercificazione delle nascite)

Il punto di caduta di questa legge, vero obiettivo dei fautori delle battaglie Lgbt, è il matrimonio omosessuale e la relativa adozione di bambini, anche con la vergognosa e abominevole pratica dell’utero in affitto (secondo i più critici, una vera e propria mercificazione schiavistica della vita, nel mezzo “dell’evoluto” ventunesimo secolo) oppure della fecondazione artificiale eterologa.

Purtroppo, già in Italia cominciano a verificarsi forti segni del terribile clima in cui andremmo a finire qualora il DDL diventasse legge. Alla Camera, Pd-Cinque Stelle-Italia Viva-Leu hanno maggioranza piena. Al Senato, risicata. In questi giorni, su gran parte dei quotidiani nazionali e delle principali agenzie, dove fioccano notizie di “omofobia”, più fittizie che reali, è già partita la caccia alle streghe. Una campagna di disinformazione orchestrata da lobby potenti e milionarie. Veri e propri anatemi nei confronti di chi manifesta liberamente il proprio pensiero di contrarietà.

In Italia si registra giù un clima dittatoriale

Casi che spesso sono al limite del fantasioso, in cui il proprio “orientamento sessuale” non c’entra nulla con la violenza commessa e subita, talvolta al limite del fittizio. Una parola, un gesto, uno sgarbo percepito. Di poche ore fa è l’esposto presentato all’azienda socio sanitaria territoriale di Varese, contro un primario dell’ospedale di Cittiglio, accusato di insulti omofobi verso un paziente mentre lo stava operando.

Frasi come “non è giusto che in questo periodo di emergenza io debba perdere tempo per operare questi froci”. Una notizia che, a detta di molti, rasenta il ridicolo per la falsità, ma che vorrebbe essere creduta vera. In ogni caso, un fatto avvenuto tre mesi fa ma che ha iniziato, casualmente, a circolare sui giornali solamente in queste ore, a pochi giorni dalla discussione sulla legge e dalle manifestazioni cattoliche di piazza. Guarda un po’. Chi vuole restare libero, si risvegli ora ed alzi la voce contro la nuova dittatura del pensiero unico. 

Giovanni Bernardi

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