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Santi

Da una leggenda nasce un’antica e nobile usanza dedicata a San Giuseppe

La tradizione delle cosiddette “tavole di San Giuseppe”, nasce da una leggenda che si è tramandata nel tempo fino ad oggi. Diffusa in varie parti d’Italia, vedeva ricchi e abbondanti pranzi che venivano allestiti per i bisognosi in occasione della festa del Santo. 

I modi per rendere omaggio a San Giuseppe sono tanti e ogni regione italiana ne ha uno, così come le pietanze che gli sono dedicate.

photo web source

In particolare esiste un’usanza che un tempo era molto diffusa ed era quella chiamata delle “tavole di San Giuseppe”, dei veri e propri banchetti organizzati per i poveri il giorno della memoria liturgica del Santo.

Ha origine da una leggenda che si tramanda nel tempo, secondo cui un anziano bisognoso vagava per le vie del paese, chiedendo ospitalità e aiuto senza trovarlo, fino a quando incontrò un uomo che nell’aspetto sembrava San Giuseppe. Un uomo buono e generoso, il quale lo aiutò e condivise con lui il suo cibo.

Da questa storia, e dall’esempio di carità di quest’uomo verso un bisognoso, nacque questa tradizione e tra le pietanze che venivano offerte ai poveri c’era del pane benedetto, della frutta, dolci, e anche un particolare piatto chiamato Ciceri e Tria.

Cos’è Ciceri e Tria?

Si tratta di un piatto povero, semplice, contadino. È tipico della Puglia, considerato un simbolo della cucina salentina, si compone dall’unione dei ceci con la pasta, che nel dialetto pugliese era chiamata Tria. Si tratta quindi di un piatto di pasta e ceci.

Questo piatto ha origini molto remote. Se ne trovano tracce negli scritti del poeta latino Orazio che si riferiva ad una minestra di ceci che poi nel corso dei secoli nel Salento si è diffusa con il nome di Tria, dalla parola araba molto simile che significava pasta secca.

Venne chiamata anche Massa di San Giuseppe perché fu dedicata espressamente a lui e distribuita ai bisognosi e in questo modo avrebbe potuto essere festa anche per loro.

Ciceri e tria – Photo web source

La ricetta dei Ciceri e Tria

Essendo una ricetta antica anche la pasta naturalmente veniva preparata in casa. Richiede molto tempo considerando anche i tempi dell’ammollo dei legumi. Volendo attualizzare la ricetta e rendere la preparazione più veloce si può usare la pasta secca invece di prepararla.

Ingredienti (le dosi sono per 4 persone)

• 300 gr di ceci secchi
• 2 manciate di sale grosso
• 1 cucchiaino di bicarbonato
• 1 cipolla bianca
• 4 foglie di alloro
• Olio evo
• Peperoncino

Per fare la Tria:

• 500 gr di farina di semola di grano duro
• 1 cucchiaino di sale
• Acqua

Procedimento

Mettere i ceci in ammollo in acqua fredda per 12 ore. Aggiungere anche un cucchiaino di bicarbonato e una manciata di sale grosso.

Dopo 12 ore togliere l’acqua, sciacquare i ceci e versarli in una pentola e coprirli con acqua e iniziare la cottura.

In un pentolino riscaldare dell’acqua e l’altra manciata di sale grosso e quando i ceci arriveranno a bollore eliminare la schiuma che si formerà e aggiungere l’acqua con il sale.

Aggiungere poi anche la cipolla tagliata a pezzi e le foglie di alloro. Continuare la cottura per un’ora aggiungendo acqua se viene meno.

Riguardo la preparazione della Tria versare su un piano di lavoro la farina a fontana e al centro l’acqua e il sale. Impastare.

L’impasto dovrà diventare dapprima morbido e liscio ed elastico, quindi impastare finché non sarà così. Formare una palla, coprirla con un po’ di farina e lasciarla riposare per almeno 1 ora.

Quindi, stendere la pasta e formare un cerchio non molto sottile. Spolverare con farina e piegare la pasta su sé stessa e fare questo per più strati fino a formare un rettangolo tagliando le estremità della pasta.

Con una rondella taglia-pasta ricavare delle fettuccine della larghezza di pochi millimetri. Lasciar asciugare le fettuccine ottenute su un piano di lavoro infarinato per 2 ore. Mettere da parte i ritagli di pasta che poi andranno fritti.

Quando i ceci saranno cotti togliere la cipolla e lasciare un po’ del brodo di cottura. Versare un filo d’olio in un pentolino e aggiungere uno o due peperoncini.

Versarvi i ritagli di pasta messi da parte insieme ad una foglia di alloro e friggere fino a quando non saranno dorati.

Cuocere poi le fettuccine in acqua salata per pochi minuti e scolarle appena arrivano in superficie tenendo da parte un po’ di acqua di cottura.

Versare di nuovo nella pentola le fettuccine e aggiungervi i ceci con il loro brodo di cottura. Mescolare e in ultimo aggiungere i ritagli di pasta fritti.

Amalgamare bene il tutto. Appena la pasta inizia ad attaccarsi al fondo è il momento di toglierla dal fuoco e servire.

È un piatto che richiede pazienza ed attenzione come tanti piatti di antica tradizione. Buono e nutriente fa rivivere l’amorevole dedizione con cui veniva preparato, in omaggio a San Giuseppe e per i poveri.

Romana Cordova

Laureata in Lettere moderne e specializzata come docente di lingua italiana a stranieri amo scrivere e occuparmi di lifestyle con particolare riferimento all'ambito della gastronomia. Sono autrice di un libro di cucina e tradizioni cattoliche, tema che per diversi anni ho approfondito anche in una trasmissione radiofonica.

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Romana Cordova

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