Crocifisso obbligatorio: ecco le ragioni alla base della proposta della Lega

Crocifisso obbligatorio: ecco le ragioni alla base della proposta della LegaIn molte parti del mondo e in quasi tutti i Paesi membri dell’Unione Europea si è giunti alla decisione di vietare negli uffici pubblici e nei luoghi d’istruzione che non siano prettamente cattolici la presenza del crocifisso appeso alle pareti. La decisione è stata presa seguendo un principio di eguaglianza tra i popoli che ovviamente non è condivisibile per chi ha una fede e una tradizione cattolica e che spesso è stato criticato anche dagli appartenenti alle altre confessioni religiose che lo ritengono un gesto puramente simbolico ed inutile al fine dell’integrazione reale. La decisione è stata presa anche in Italia durante la passata legislatura, ma oggi potrebbe essere cancellata qualora la proposta della Lega di obbligare gli istituti pubblici ad esporre il simbolo cristiano passasse.

La proposta in questione è stata duramente criticata non solo dall’opposizione e dai convinti laicisti ma anche da alcune persone di fede cattolica la quali ritengono che obbligare ad esporre il crocifisso applicando delle pene per chi non esegue la legge non sia il modo giusto di far valere ciò che il crocifisso stesso rappresenta. Per capire le ragioni che hanno portato i 5 membri della lega a firmare la proposta ‘Interris‘ ha intervistato il deputato del carroccio Paolo Grimoldi (uno dei firmatari).

Paolo Grimoldi spiega le ragioni alla base della proposta di legge sul crocifisso

Quale sono dunque le ragioni che hanno spinto i leghisti a chiedere l’obbligo del crocifisso negli istituti pubblici? Ecco cosa ha detto Grimoldi al sito cristiano: “L’obiettivo evidente è quello di tutelare la nostra identità e le nostre radici. Questa è da sempre una battaglia del partito a cui appartengo. Il secondo obiettivo è quello di sottolineare, verso coloro che parlano di integrazione, che quest’ultima funziona soltanto se passa attraverso l’inevitabile conoscenza della cultura di riferimento – e quindi anche e soprattutto dei suoi simboli religiosi – del paese ospitante”. Insomma l’obiettivo è quello di tutelare le radici della nazione e proporre integrazione attraverso il rispetto delle stesse.

Grimoldi spiega anche che l’iniziativa è tesa a bloccare il relativismo che regna in Italia e nel resto d’Europa da anni e che rischia di far perdere di vista quali sono i valori fondanti delle nazioni odierne e della stessa Europa, le cui costituzioni sono basate proprio su valori che derivano dal cristianesimo: “Credo che proposte come la nostra possano far venir meno l’approccio relativista alla quotidianità, al vivere comune. La rimozione di quest’impostazione relativista non può che rafforzare la società anche a livello spirituale. Se la politica si mette in testa di riconoscere i valori che scaturiscono dal cristianesimo,ne può giovare tutta la società. D’altronde, la civiltà che discende dal cristianesimo va avanti da più di duemila anni in maniera più che dignitosa”.

Luca Scapatello

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