Cristiani aggrediti o arrestati, se non praticano il Ramadan?

Cristiani aggrediti se non praticano il Ramadan?
Musulmani

Alcuni cristiani sono stati arrestati, durante il Ramadan. Sembra assurdo, ma in Egitto è accaduto davvero.
Durante il mese del Ramadan, il periodo in cui i musulmani si impegnano a fare delle rinunce, riguardanti cibo, bevande, fumo e atti sessuali, dall’alba al tramonto, si moltiplicano, tra gli estremisti di quel Credo religioso, i pretesti per aggredire i copti, i cristiani, che non praticano le loro leggi.

Così, Hani Shamshoun Girgis, un fotografo cristiano di 31 anni, il 5 Giugno scorso, è stato fermato e arrestato dalla Polizia, alla stazione di Giza.
Le autorità, frugando nel suo zaino (non si conosce il motivo di tale abuso), hanno trovato una bottiglietta d’acqua e lo hanno interrogato, chiedendogli perché non rispettasse le regole del Ramadan: “Io gli ho risposto che non digiunavo perché sono cristiano, allora ha cominciato a insultarmi e mi ha detto che dovevo considerarmi in stato di fermo fino al calar del sole”.

Il fotografo, dopo qualche ora di umiliazioni e paura, è riuscito a farsi scagionare, con l’aiuto del suo datore di lavoro.
Molti cristiani, nel rispetto dei musulmani, evitano, alla loro presenza, di mangiare o di bere, immaginando quanto possa essere dura, ma alcuni religiosi estremisti non sembrano essere altrettanto fraterni, nei nostri confronti.
Anche un contadino copto di 52 anni, anche lui egiziano, ha raccontato un episodio simile.
Lui stava bevendo un bicchiere d’acqua, fuori dalla sua abitazione, quando è stato aggredito da un gruppo di persone, a cui aveva spiegato di essere cristiano e che per questo non seguiva il Ramadan.

La stessa sorte è toccata ad un autista di autobus cristiano, che aveva bevuto del the.
Forse, molti musulmani dimenticano che il Ramadan viene inficiato dagli atti peccaminosi, come insulti, bestemmie, calunnie e via dicendo. Aggredire qualcuno che segue un altro Credo è sicuramente una di queste azioni!

Antonella Sanicanti

Impostazioni privacy