Crepet va giù duro dopo la tragedia che ha scosso l’Italia e attacca i colpevoli

Come sono gli studenti di oggi? Una domanda alla quale, purtroppo, in molti non riescono più a rispondere. Possibile fare paragoni con i loro coetanei, però, degli anni scorsi?

Genitori a continuo confronto con i loro figli, che sembrano sempre più insoddisfatti e, ai quali, sembra che non si possa dire mai un NO. In mezzo c’è la scuola, che vede la super presenza (forse troppa) proprio dei genitori.

Crepet va giù duro dopo la tragedia che ha scosso l'Italia e attacca i colpevoli
Lo psichiatra Paolo Crepet – photo web source

A fare un’analisi di ciò che sta succedendo è lo psichiatra Paolo Crepet.

Cosa succede ai ragazzi di oggi?

I giovani di oggi così diversi dai loro stessi coetanei di qualche anno fa? A quanto pare sì. Sembra che loro sia tutto concesso, che non si possa dire loro mai un NO e che, in molti casi, rifiutino anche cenni di educazione, anche davanti a situazioni tragiche causate da loro stessi.

Tale tipo di dibattito, come tante altre opinioni che possono esser messe in campo a proposito, è nato dopo gli ultimi fatti di cronaca che hanno visto protagonisti proprio un gruppo di ragazzi che, per una stupida quanto inutile sfida social (che si portava avanti a colpi di “quanti più like metti”) ha portato alla morte di un bimbo di soli 5 anni.

Da un lato, la ragione che sembra essersi persa, dall’altro, invece, il non rispetto neanche per la vita di un bambino che aveva tutta la vita davanti. Loro, degli Youtubers che, a bordo di una Lamborghini, avevano in mente di portare avanti la sfida delle “50 ore a bordo di un’auto” senza mai fermarsi. Ed è stato proprio lì che un’altra auto, che non c’entrava nulla con la sfida, si è trovata nel mezzo ed è stata travolta, portandosi via con sé la vita del piccolo Manuel, di 5 anni.

Perché alcuni giovani portano avanti queste sfide assurde e, tantissimi altri, le seguono e le incitano anche sui social? C’è qualcosa che non va, che sta andando storto? O è la società a mancare in qualcosa nei confronti di questi ragazzi che sembrano sempre più in un mondo a parte? A parlare in merito a ciò, è lo psichiatra Paolo Crepet.

Crepet va giù duro dopo la tragedia che ha scosso l'Italia e attacca i colpevoli
photo web source

Crepet: “Ai giovani non si dicono più i NO”

In un’intervista radio, lo stesso Crepet afferma che “più che preoccuparci dei protagonisti di queste sfide, dovremmo preoccuparci dei loro seguaci, il cui numero potrebbe essere destinato a crescere ancora”. Ed in effetti, anche in base a quest’ultima sfida che a portato alla morte del piccolo di 5 anni, tanti ancora seguono i profili social di questi Youtuber.

Cosa sta succedendo? Crepet osserva come i genitori, ai loro figli, dicono sempre tanti SI e mai un NO. E, anche quando a scuola prendono un 4, la colpa non è del figlio che non ha studiato, ma dell’insegnante he non è stato, forse, troppo competente nel valutare il ragazzo. I giovani di oggi non accettano i NO, i rifiuti, le bocciature…insomma sono “una generazione senza speranza”, afferma secco Crepet.

Come osserva Crepet, questi ragazzi, che fino a ieri sono stati idolatrati e, oggi invece, sono crocifissi, saranno probabilmente idolatrati di nuovo domani. In una società che non dice mai di no, che non reprime ma anzi incoraggia la trasgressione, ci si deve aspettare il proliferare di comportamenti estremi, conclude lo psichiatra.

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