Covid: ormai da settimane si parla di un vaccino in arrivo a gennaio, e delle scuole che riapriranno in contemporanea. Ma sono molti i problemi dietro l’angolo.
Purtroppo, infatti , pare altrettanto acclarato, secondo le affermazioni di scienziati e virologi, che dovremo aspettarci una terza ondata di Coronavirus a marzo. Un triste presagio che conferma come, purtroppo, resti totalmente assente in Italia una programmazione in vista di questa presunta nuova ondata.
Al contrario, la realtà è che sembra che si navighi sempre più spesso a vista, con misure di emergenza volte a tamponare le difficoltà ma non di certo ad assicurare prospettive di ritorno alla normalità.
Dello stesso avviso è anche Paolo Berta, ricercatore di statistica nel dipartimento di Statistica e metodi quantitativi dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Intervistato dal Sussidiario, l’esperto di statistica ha spiegato che “nella strategia contro il Coronavirus manca un disegno complessivo”.
Per Berta, fin dalla prima ondata ormai assistiamo alle stesse identiche dinamiche, che si ripetono in continuazione e che si caratterizzano per tre step. “Prima si alza la cura dei contagi, dopo una decina di giorni si alza la curva dei ricoveri, dopo 3-4 giorni ancora si alza la curva delle terapie intensive e infine quella dei decessi”, ha spiegato Berta.
In questo momento, invece, “stiamo vedendo l’ultima fase dell’incremento delle curve, quella dei decessi, chiaramente la più drammatica. La contiamo sempre in termini di numeri, ma dietro ci sono persone, famiglie, lutti”.
Ma la critica più feroce riguarda però la riapertura delle scuole a gennaio. “Sarà il momento in cui probabilmente, se saremo bravi nel periodo natalizio, si tornerà a osservare un incremento dei contagi“, spiega l’esperto.
“È esattamente quello che è successo a fine settembre, nel momento in cui il servizio scolastico e quelli ad esso correlati sono ripartiti al 100%: poco dopo sono ripartiti anche i contagi. Dovremmo programmare per tempo, essendo certo che ci sarà una terza ondata”.
Giovanni Bernardi
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