Covid | Suora ottiene l’esenzione dal vaccino per motivazione rivoluzionaria

Un caso assolutamente unico riguardante la vaccinazione anti-Covid che ora potrebbe aprire una strada del tutto inedita, a favore in modo particolare di chi nutre dubbi a questo proposito e non intende sottoporsi alla pratica medica. 

La religiosa è riuscita dopo molto tempo ad ottenere quello che fino ad ora sembrava assolutamente vietato, ma che ora potrebbe non esserlo più.

Suor Deirdre Byrne
Suor Deirdre Byrne

Mentre infatti le regole su Green pass e campagna vaccinale sembrano diventare, almeno in Italia, via via sempre meno restrittive, tanto che dal 1 maggio dovrebbe venire a cadere in tutto il Paese l’obbligo della certificazione “verde” di avvenuta vaccinazione, dagli Stati Uniti arrivano ulteriori notizie incoraggianti che danno ragione a una suora molto speciale.

La grande vittoria della suora ex colonello

Suor Deirdre Byrne, ex colonnello in pensione dell’esercito Usa e chirurgo e medico di famiglia, è divenuta famosa alle cronache negli scorsi mesi per il suo sostegno al Presidente repubblicano Donald Trump. Aveva fatto il giro del mondo l’intervento di Suor Byrne per la difesa dei non nati alla Convention Nazionale Repubblicana nel 2020.

La religiosa è però anche membro delle Piccole operaie dei Sacri Cuori, attraverso cui fornisce servizi medici gratuiti ai poveri e senza documenti, e nei giorni scorsi ha finalmente ottenuto dal tribunale di Washington un’esenzione per motivi etico-religiosi all’iniezione del vaccino contro il Covid.

La Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia ha infatti concesso a suor “Dede” Byrne l’esenzione dopo la sua ferrea opposizione morale all’iniezione. La Byrne aveva infatti intentato la causa il 9 marzo 2022, tramite gli avvocati della Thomas More Society, contro il Distretto e contro il sindaco, Muriel Bowser, e il direttore del Dipartimento della Salute, LaQuandra Nesbitt, per il rifiuto congiunto di concederle l’esenzione religiosa dalla “vaccinazione” obbligatoria per gli operatori sanitari di Washington.

Il motivo del rifiuto della vaccinazione da parte della Byrne

Il rifiuto della Byrne è infatti dovuto al fatto che la religiosa non accetta che i vaccini siano stati sviluppati anche in seguito all’utilizzo di feti abortiti, tramite test su linee cellulari fetali, nonostante il pronunciamento parzialmente positivo nei primi mesi della pandemia da parte del Vaticano.

La religiosa ha denunciato più volte il suo credo, ad esempio con un duro  discorso alla conferenza “Stop the Shot” dell’agosto 2021 di Truth for Health. In più occasioni la Byrne ha spiegato che in quanto l’aborto è una “procedura medica diabolica”, non è possibile accettare un vaccino o presunto tale che abbia un legame con questa.

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O meglio, per il fatto che l’aborto “si interconnette con e sostiene la sperimentazione che coinvolge i tessuti fetali abortiti e le linee cellulari da essi derivate, che sono ora centrali per l’industria dei vaccini, più recentemente per quanto riguarda l’mRNA e il DNA COVID-19 genetico, iniezioni sperimentali”. Gli avvocati della Thomas More Society hanno così individuato che il rifiuto è arrivato nonostante il fatto che il Dipartimento della Salute di Washington abbia riconosciuto che Byrne avesse una sincera obiezione religiosa all’iniezione.

Suor Deirdre Byrne
Suor Deirdre Byrne

Ciò al netto della sua immunità naturale confermata dai test, e del fatto che non è impiegata alla D.C. Health, nonostante svolga servizi per i poveri e i bisognosi di natura medica. Di conseguenza, visto che “durante i quasi sei mesi di presunta considerazione da parte della D.C. Health” della richiesta di esenzione religiosa di Byrne, “Byrne ha praticato la medicina senza bisogno di vaccinazione, e senza obiezioni da parte di nessuno degli ospedali e delle cliniche che beneficiano dei suoi servizi medici volontari non retribuiti per i bisognosi”.

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Poi la vittoria della religiosa, che potrebbe aprire la strada a molte altre, anche nel nostro Paese, in particolare per coloro che hanno ad oggi contenziosi aperti sull’utilizzo o meno del Green pass o sulle attività svolte durante il periodo di “lockdown” in cui queste sembravano essere vietate. Una piccola vittoria che però potrebbe celarne una molto più grande, in riconoscimento al valore assoluta della vita, al di sopra di ogni altro male.

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