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Covid, Carlo Conti: la sua confessione tocca i cuori di molti

La toccante testimonianza di Carlo Conti dopo il periodo di ricovero a causa del Covid che lo ha costretto al ricovero. 

Il noto volto tv Carlo Conti – photo web source

Il conduttore televisivo è ben noto al pubblico italiano per la sua spontaneità, giovialità, spensieratezza. Tanto che pochi riescono a immaginarlo ricoverato tra le corsie dell’ospedale, sofferente, malato. Come lo è stato invece per giorni all’Ospedale Careggi di Firenze. Con apprensione da parte dei suoi cari, dei suoi amici e dei suoi ammiratori.

Covid, Carlo Conti ricoverato per una settimana: il suo racconto

Intervistato dal quotidiano Toscana Oggi, il conduttore ha così voluto ripercorrere pubblicamente la sua esperienza, per fortuna terminata nel migliore dei modi, con la guarigione. “È stata una brutta disavventura che ho superato con il supporto di medici e infermieri straordinari dell’ospedale fiorentino di Careggi”, ha raccontato il presentatore.

Conti ha spiegato di avere vissuto una settimana di ospedale per precauzione, perché iniziavano a essere interessati i polmoni. Una settimana caratterizzata da paura e preoccupazione, ma anche dalla possibilità di portare alla memoria alcuni aspetti della vita che negli altri giorni normalmente rischiano di venire trascurati.

Carlo Conti: “Nei momenti del bisogno si prega sempre di più”

“Nella settimana all’ospedale ho rafforzato certe convinzioni“, ha raccontato. Come ad esempio “quanto la salute e la nostra vita siano una ricchezza, quanto siano importanti la famiglia e certi valori, quanto sia importante, nei limiti del possibile, guardarsi sempre indietro e aiutare gli altri”.

“In ospedale ho pregato per me e per gli altri malati. Mi sono accorto che nei momenti del bisogno si prega sempre più del normale”, ha così confessato. “Anch’io l’ho fatto e mi sono trovato con piacere a pregare non solo per me ma anche per altri malati che erano ricoverati“. Per questo, per il volto noto della tv pubblica, “come in tutte le esperienze negative credo che anche questa volta ci sia qualcosa da imparare”.

La speranza di riscoprire i valori più importanti

“Spero che una gran fetta dell’umanità riscopra i valori che dicevo prima e capisca l’importanza di ridimensionare la nostra rincorsa esagerata ad avere sempre di più. Non credo che tutti riescano a percepire queste cose, però se in tanti le comprendiamo, compreso il sottoscritto, allora da questo anno così tragico arriverà un elemento positivo”.

Guardando fuori dal suo caso, però, la preoccupazione di Carlo Conti riguarda i numeri della povertà in aumento. “I dati che arrivano dalle mense francescane sono impressionanti, abbiamo aumenti del 60 per cento di persone che si presentano ogni giorno a chiedere un pasto caldo ed è una cifra incredibile, vuol dire che c’è tutto un mondo di nuovi poveri che sono diventati tali per questo virus”.

Il ritorno a casa e l’attesa del Natale in famiglia: “Il presepe? Più grande”

Mentre invece, nel suo ritorno a casa si è reso conto che, al termine della sua sventura personale, “l’entusiasmo e la voglia di un calore, di un’emozione” come quella di vivere il Natale con gli affetti più cari e intimi, “quest’anno sarà superiore al passato anche per chi non crede”. “Forse sarà un Natale meno consumistico ma più attento ai valori e alla ricerca di contatti umani“, spiega.

photo web source

“Il presepe lo abbiamo fatto più grande del solito; abbiamo preso il muschio dal giardino e ci abbiamo messo anche altre figure. Matteo ci ha già messo i Re Magi, con largo anticipo, e Gesù Bambino, ma nascosto da una copertina!”.

Giovanni Bernardi

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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