Continua l’altalena delle dichiarazioni dei virologi circa l’andamento dell’epidemia da Coronavirus in Italia. Tutti invitano a mantenere, ancora per molto, le precauzioni, ma c’è anche chi si spinge oltre.
Dopo la dichiarazione del prof.Ricciardi che chiedeva “un lockdown severo” ancora una volta, c’è anche il virologo Crisanti che annuncia: “Quest’anno bisogna vietare le spiagge”.
Le dichiarazioni su cosa fare e non fare in questo periodo di Coronavirus si susseguono a ritmo serrato e costante. Ognuno, virologo o medico, cerca di dare consigli, di dire la sua in materia, nella speranza che i cittadini non dimentichino mai di seguire quelli che sono i consigli fondamentali per un mantenimento ed un appiattimento della curva pandemica.
Ciò che però si nota ultimamente è che, non tutti, seguono la stessa lunghezza d’onda. Qualche giorno fa era stato il Professor Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute, Speranza, a dichiarare che, per mantenere bassa ed azzerare la curva dell’epidemia, sarebbe stato “necessario un lockdown severo, sullo stile di quello fatto lo scorso anno”.
È dichiarazione di ieri, invece, da parte del direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera di Padova, Antonio Crisanti, durante una trasmissione radiofonica, che “quest’anno sarebbe meglio vietare le spiagge agli italiani”. Una vera e propria doccia fredda per uno dei principali settori dell’economia italiana, già enormemente danneggiata dall’apri e chiudi delle zone rosse ed arancioni.
“D’estate dovremo essere più cauti rispetto allo scorso anno, speriamo di poter andare in spiaggia […] Se sono chiusi cinema, bar e teatri non si capisce perché dovrebbero esser aperte le spiagge” – ha dichiarato – “Anche le discoteche in Sardegna si diceva che erano all’aperto. Ma tanto se questa estate si faranno le zone arancioni o rosse non si porrà nemmeno il problema”.
E proprio sulla suddivisione dell’Italia in fasce di colore che lo stesso Crisanti dà un nuovo aggiornamento: “La suddivisione in zone ci lascerà in questa situazione intermedia, con questo numero di casi e di 300 morti al giorno circa, numeri un po’ più bassi che vedremo tra un paio di settimane”.
Una considerazione che si affianca, anche, a chi paventa l’ipotesi di portare l’Italia nuovamente alle urne in piena pandemia, dopo l’attuale crisi di Governo: “Andare a votare credo sia un azzardo, non tanto per la votazione in sé ma per i comizi e tutto il resto, le elezioni non sono solo l’atto del voto. L’America ad esempio ha pagato caro il voto, c’è stata un’impennata di contagi” – ha concluso.
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Italia divisa a zone di colore ancora per molto, forse fino all’estate e più. Una campagna vaccinale che stenta a decollare a causa della rallentata fornitura dei vaccini stessi. Un’economia che, se venisse confermata la dichiarazione di Crisanti, vedrebbe un’ulteriore “mazzata” anche al settore turismo. E, in tutto questo, a farne le spese, però, sono sempre i cittadini.
I quali ascoltano dichiarazione diverse ogni giorno, nessuna delle quali concordante con quella detta precedentemente. Insomma: cosa dobbiamo fare?
ROSALIA GIGLIANO
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