Cosa dicono i santi e i mistici sui rapporti tra Chiesa e Islam?

Il tema Chiesa e islam, è senza dubbio uno dei più importanti e controversi del nuovo millennio, tra il dovere del dialogo interreligioso e i rischi della perdita della propria identità. Ma cosa dicono i mistici al riguardo?

Sono infatti numerose le figure della Chiesa che si sono pronunciate a tal riguardo, con parole che risuonano con ancora maggiore forza nel nostro mondo.

papa Francesco Islam
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Una nota visione notturna la ricevette Giovanni Paolo II, e venne rivelata da Monsignor Mauro Longhi, presbitero della Prelatura dell’Opus Dei, nel 2017 durante un convegno realizzato in ricordo del Santo Papa polacco. “Ricordalo a coloro che tu incontrerai nella Chiesa del terzo millennio. Vedo la Chiesa afflitta da una piaga mortale. Più profonda, più dolorosa rispetto a quelle di questo millennio”, disse Wojtyla a Longhi.

Le parole di Giovanni Paolo II risuonano più forte che mai

Il riferimento era non al comunismo o al nazismo ma all’islamismo. “Si chiama islamismo. Invaderanno l’Europa. Ho visto le orde provenire dall’Occidente all’Oriente”, furono le parole del Papa, aggiungendo: “Invaderanno l’Europa, l’Europa sarà una cantina, vecchi cimeli, penombra, ragnatele. Ricordi di famiglia. Voi, Chiesa del terzo millennio, dovrete contenere l’invasione. Ma non con le armi, le armi non basteranno, con la vostra fede vissuta con integrità”.

Non si trattava quindi certo di considerazioni personale, ma di vere e proprie profezie, come scrisse poi lo scrittore Antonio Socci nel suo libro “Traditi sottomessi invasi”. Molti ricollegano queste parole al recente dramma dell’immigrazione e al rischio di infiltrati terroristi tra i disperati che tentano letteralmente di oltrepassare il Mediterraneo per giungere in Europa nella speranza di una vita migliore. 

Il vero spartiacque però che ha fatto luce sui possibili pericoli dei rapporti tra Occidente e cultura islamica è stato l’attentato alle Torri Gemelle del 2001. Da allora la “questione islamica” è finita al centro dei riflettori. Così molti si chiedono se le parole del Papa polacco si riferissero a quel drammatico attentato o alle migrazioni che sono arrivate poi in un secondo momento. In ogni caso, sono molti a pensare che l’Europa e l’Occidente non possano più permettersi in alcun modo un’immigrazione incontrollata.

La visione di Papa Francesco e quella del Cardinale Giacomo Biffi

Lo stesso Papa Francesco, visto come una delle personalità più a favore dell’accoglienza nei confronti dei migranti, ha più volte fatto distinzione tra il dovere della Chiesa e dei cristiani, di accogliere e vivere la carità nel profondo della propria anima e nelle proprie azioni, da invece le scelte che deve compiere uno Stato in materia di flussi migratori e di politiche di accoglienza e di integrazione, dove le considerazioni da fare sono molto diverse. D’altronde, persino nel Vangelo Gesù afferma: “Date a Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio”.

Anche il Cardinale Giacomo Biffi lo aveva spiegato nel lontano 2000, denunciando le mancanze dell’Occidente sul tema delle migrazioni, parlando di “provvedimenti, che via via vengono predisposti, sono eterogenei e spesso appaiono contradditori”, che “denunciano la mancanza di una qualche progettualità e, più profondamente, denotano l’assenza di una corretta e disincantata interpretazione di ciò che sta avvenendo”. 

L’invito di Biffi era quello di avere contezza del fatto che “ogni auspicabile progetto di pacifico inserimento suppone ed esige che gli accessi siano vigilati e regolamentati”. Continuava Biffi: “È tra l’altro davanti agli occhi di tutti che gli ingressi arbitrari – quando hanno fama di essere abbastanza agevolmente effettuabili – determinano fatalmente da un lato il dilatarsi incontrollato della miseria e della disperazione (e spesso pericolose insorgenze di intolleranza e di rifiuto assoluto), dall’altro il prosperare di un’industria criminale di sfruttamento di chi aspira a varcare clandestinamente i confini”. 

Le profezie di Santa Brigida di Svezia e di San Francesco da Paola

Andando indietro nel tempo, tuttavia, esistono numerose profezie di mistici e santi della Chiesa che affrontano uno dei problemi più importanti della nostra società. Tra questi, vi è una allarmante profezia ritrovata nelle catacombe di Roma che dice: “entreranno in Italia tre potentissimi eserciti, uno dall’oriente, l’altro dall’occidente, il terzo dall’aquilone, e vi sarà tanta effusione di sangue, quanta in Italia non fu vista giammai dal principio del mondo”.

Molti si chiedono se possa parlare al nostro mondo. Continua la profezie: “In questo tempo vi sarà un legittimo e vero Pontefice, ed un nuovo imperatore dei Romani, il quale con il suo esercito prenderà il re adultero, e questo adultero re con ogni cosa gli saranno assoggettati e sottoposti. Vi sarà una grande riforma nella Chiesa di Dio ed in coloro che portano tonaca e tonsura. E sarà spenta la setta di Maometto”. 

Numerosi altri santi e mistici riprendono questo argomento. Vale la pena citare, tra i più noti, Santa Brigida di Svezia che nel XIV secolo profetizzò: “L’Aquila invaderà anche i paesi maomettani […]. Distruggerà le sette giudaiche e maomettane, e restaurerà la chiesa di Santa Sofia”. Nella stessa epoca storica risuonano le parole di San Francesco da Paola, nel XV secolo, che affermò che il “Grande Monarca”, figura che ricorre in molte profezie, “distruggerà la setta di Maometto, estirperà tutti i tiranni e le eresie”.

Il senso dei rapporti tra cristianità e islam oggi tra le guerre in atto

Oggi il tema dei rapporti tra cristianità e islam secondo molti si riflette anche nello scontro tra Oriente e Occidente, che ha uno dei suoi culmini in terra ucraina, dove alla morte e alla distruzione si alterna un vero e proprio scontro tra istanze cristiane, atee e islamiste, per l’influenza dei Paesi terzi in campo, e degli errori compiuti dalle nazioni che si presumono cristiane ma che di fatto sono ben lontane dal Vangelo.

“Quando gli uomini abbandoneranno l’uso della loro ragione, si abbrutiranno. Allora saranno sempre più nella confusione”, disse nell’antica profezia San Francesco di Paola. Parole che suonano come un vero e proprio ammonimento per il mondo di oggi. “Si preparino perciò i principi di questo mondo per i più grandi flagelli, che cadranno su di essi. Ma ad opera di chi? Prima di tutto gli eretici e gli infedeli, poi i santi e fedelissimi «Portatori della Croce» eletti dall’Altissimo, i quali, non riuscendo a convertire gli eretici con la scienza, faranno un uso vigoroso delle loro armi. Molte città e villaggi saranno in rovina, con la morte di una quantità enorme di uomini buoni e cattivi. Gli infedeli combatteranno anche contro i cristiani e gli eretici, saccheggiando, distruggendo e uccidendo la maggior parte dei cristiani”.

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