Con questa sentenza, dunque, la Corte Europea dei Diritti Umani stabilisce un precedente, permettendo a chiunque di non criminalizzare l’aborto, non considerandolo un omicidio.
I fatti sono narrati dai resoconti del tribunale di Strasburgo, che ha dato torto a Klaus Guenter Annen, che metteva a paragone l’olocausto degli ebrei con quello dei bambini a cui viene impedito di nascere.
La Corte europea dei Diritti Umani è stata capace di intervenire sul blog di questo attivista, proibendogli di esprimere il suo pensiero.
“Censurare una tale affermazione, secondo i giudici di Strasburgo, non comporta una violazione della libertà di espressione di chi la sostiene”, dicono senza specificare il significato del termine “libertà”.
Si parla della libertà di espressione di un singolo o di quella dei 4 medici abortisti che hanno denunciato Klaus Guenter Annen? Si parla della libertà della donna che decide di liberasi del frutto di un rapporto sessuale o di quella del bambino che, chiamato alla vita, si vede negare la possibilità di stare al mondo?
La Corte europea dei Diritti Umani ha spiegato: “le ingiunzioni limitano la libertà di espressione di Annen, ma erano necessarie in una società democratica”.
E noi ci chiediamo se la libertà, in democrazia, è sinonimo di non rispetto per la vita altrui.
Antonella Sanicanti
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