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Coronavirus, il Signore a Pasqua non chiude le porte!

Pasqua e Messe: “Non è tempo di polemiche, ma di perseveranza nella prova, di lungimiranza nella ricerca del bene comune”.

Il cardinale Bassetti interviene sulle polemiche riguardanti le Messe a Pasqua – photo web source

Sono le parole del presidente dei vescovi italiani, il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei. Le affermazioni arrivano in risposta alle discussioni sulla chiusura o apertura delle chiese. La verità è che le chiese sono aperte, e le Messe non sono impedite ma celebrate.

Le chiese sono aperte e le celebrazioni si svolgono

L’unica cosa che è impedita è quella di formare assembramenti, e per questo che praticamente ogni diocesi si è attrezzata per trasmettere la celebrazione via streaming. Possiamo andare in chiesa per pregare e per adorare il Santissimo Sacramento. Possiamo aspettare con maggiore intensità il momento in cui, finita la Pandemia, potremo finalmente ricevere Gesù Eucarestia, e allora sarà gioia grande!

Nel frattempo, possiamo approfondire il nostro esame di coscienza, sfruttando questo tempo per riflettere più intensamente sui nostri peccati. Così, quando ci andremo a confessare nuovamente, potremo farci perdonare molto più in profondità.

Chi divide il popolo di Dio fa il gioco della morte

Chi invece non riesce a resistere senza comunicarsi, può anche rivolgersi eventualmente, in forma privata, a un sacerdote. A quel punto, sarà il sacerdote a decidere cosa rispondere, secondo la sua volontà e coscienza. Evitando inconvenienti spiacevoli di qualsiasi natura, come ad esempio dover rispondere a un numero alto di persone.

Celebrare Messe clandestine è però scorretto, tanti nei confronti dei propri vescovi che degli altri fratelli nella fede. Quindi, verso la Chiesa tutta, un corpo unito e indivisibile in Cristo. Chi cerca infatti di dividere il popolo di Dio non fa altro che il gioco della morte, entrata nel mondo per invidia del diavolo. Il suo stesso nome ce lo conferma, che deriva dal greco “diaballein”, colui che divide!

Papa Francesco che celebra per la Domenica delle Palme, aspettando la Pasqua – photo Getty Images

Pasqua, è il tempo della responsabilità e dell’unità

“È tempo di responsabilità e si vedrà chi ne è capace. La Chiesa italiana ha scelto questa strada: abbiamo a cuore prima di tutto la salute dei fedeli, perché l’anima è sì immortale, ma abita un corpo fragile”, ha affermato il capo dei vescovi italiani in un’intervista. Ammettendo che una Settimana Santa senza Eucarestia è una “grande sofferenza per tutti”.

Ma si è anche chiesto: “Dov’è la nostra fede? Nella Parola o in un luogo? Tutti noi oggi viviamo nella condizione degli infermi che non possono partecipare alle celebrazioni: ci è data la grazia di comprendere quanto sia dolorosa la limitazione”.

Pasqua e Messe: che idea di Chiesa viene rivendicata?

Per questo, ha affermato il cardinale, “più che soffiare sulla paura, più che attardarci sui distinguo, più che puntare i riflettori sulle limitazioni e sui divieti, la domanda forse dovrebbe essere un’altra: ci sentiamo ancora parte di una comunità che, nelle ristrettezze, vive nella comunione, oppure stiamo ossessivamente rivendicando un’altra idea di Chiesa?”

Insieme al presidente della Cei, sono intervenuti anche altri importanti uomini di Chiesa e di fede, come il l’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco, l’arcivescovo di Bologna Matteo Maria Zuppi o il vescovo di Prato Giovanni Nerbini.

Coronavirus e Pasqua, non arrendevolezza ma buon senso

“La Chiesa si trova a fianco alle persone e a coloro che ne hanno cura. In questo contesto non si tratta di arrendevolezza a qualcuno, ma di buon senso: non quello di basso costo per giustificare mediocrità o pigrizia, ma di alto profilo perché guarda il bene della collettività”, ha affermato Bagnasco. “Il paradosso è questo: si chiede agli psicologi di dare sostegno alle persone in difficoltà e intanto si nega la possibilità di andare in chiesa ai fedeli che, se accontentati, riceverebbero un beneficio ben più grande”, ha invece affermato Nerbini.

Coronavirus, il Signore a Pasqua non chiude le porte!

“C’è bisogno anche di Dio, oltre che di scienziati e medici. Per questi giorni così difficili direi, cercando sempre di trarre dalle avversità un bene, che occorre rafforzare la comunione tra le persone e la consapevolezza che la comunità ha bisogno dell’Eucaristia e viceversa”, ha tuttavia spiegato Zuppi, spiegando anche che “rischiare è pericoloso e le regole vanno rispettate e anche la Chiesa ha il dovere di farlo”.

Giovanni Bernardi

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