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Covid: gli effetti negativi del lockdown sulla salute, di cui nessuno parla

Se ne parla in continuazione, ma il Coronavirus non è di certo l’unico male che si è fatto largo nella società dopo il lockdown. Sono molte le malattie dimenticate. 

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Purtroppo, infatti, non si è tenuto conto di tanti altri aspetti problematici, che rischiano di generare una crisi altrettanto grave quanto quella portati dall’infezione. Coloro che sono affetti da patologie diverse dal Covid, o che si sono ammalati in seguito al clima di terrore che lo sta rendendo una minaccia insuperabile, sembrano quindi essere diventati pazienti di seconda categoria.

Lockdown: tutti i gravi segnali d’allarme purtroppo sottovalutati

Le denunce di questo stato drammatico arrivano una dopo l’altra. L’ultima è partita da 25mila medici e 10mila scienziati, che hanno sottoscritto un appello devastante in tale senso. “Le attuali politiche di blocco stanno producendo effetti devastanti sulla salute pubblica, a breve e lungo periodo”, hanno tuonato.

Tra questi mali che sembrano passare inosservati, c’è il pericolo di una ritrovarsi una generazione sacrificata a causa della pandemia, l’aumento dei poveri e dell’uso di farmaci, le malattie mentali, le morti degli anziani soli, di chi non viene curato e di chi pensa al suicidio. Tutti segnali d’allarme molto gravi che però purtroppo vengono spesso sottovalutati.

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Al buio dai riflettori, crescono i mali dovuti al lockdown

Crescono così nell’oscuro i danni alla salute globale derivanti dalla gestione dell’epidemia. E i dati sulla salute mentale dei giovani e degli adulti parlano di una situazione del tutto allarmante. Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi spiega che una delle peggiori e più problematiche eredità del coronavirus potrebbe essere l’ondata di stress post-traumatico.

L’Istituto superiore di sanità ha rilevato dati in questo senso molto allarmanti. “Sono stati osservati sintomi depressivi o da stress rispettivamente nell’11 e nel 14% del campione preso in esame. I livelli di ansia invece sono risultati oltre il range di normalità nella metà circa dei soggetti esaminati”.

La Società italiana di psichiatria: disturbi per trecentomila persone causa lockdown

La Società italiana di psichiatria parla di almeno trecentomila persone che, con grande probabilità, svilupperanno disturbi psichici. Senza contare un aumento significativo della richiesta di ansiolitici, almeno il 30 per cento in più. Oltre ad altri farmaci come sonniferi o antidepressivi.

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L’ente di salute pubblica americano, il Centers for Disease Control, ha rilevato il dato che oltre il 40 per cento dei cittadini abbia riscontrato almeno un problema di salute mentale. Depressione, ansia, stress post-traumatico. Senza contare l’abuso di sostanze.

Un campione del 10 per cento della popolazione ha pensato al suicidio

Quarantena, mancanza di lavoro, didattica a distanza, mancanza di assistenza sanitaria per altre patologie. Senza contare la mancanza di vita sociale, attività culturali e soprattutto di pratiche religiose, che per molti diventano una fonte molto ingombrante di malessere. I cristiani che si vedono sbarrata la porta della Chiesa vivono inevitabilmente un forte disagio, a cui va dato assolutamente rimedio.

Si parla di almeno un 10 per cento della popolazione intervistata nello studio che ha preso in considerazione il suicidio negli ultimi 30 giorni. Di questi, un quarto ha un’età compresa tra 18 e 24 anni. Ventimila persone sono morte per overdose da farmaci negli Stati Uniti durante i primi mesi dell’anno.

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Lockdown e povertà, una spada sul capo di molti

Alla fine di tutto, c’è poi il grave problema della povertà. La fame e l’indigenza, in seguito alle chiusure dei primi mesi, e la seconda ondata di divieti arrivata in queste settimane, sono esplose in un aumento vertiginoso. Almeno 3,7 milioni di italiani hanno cominciato a soffrire la fame dopo il primo lockdown. A 700 mila bambini, nel nostro Paese, è mancato persino il latte.

C’è una sofferenza nei pazienti allontanati da tutti i cari che incide notevolmente nel percorso di cura, e impedisce una serena lotta al contagio. Sempre più spesso si registrano le condizioni tragiche di disabili abbandonati dall’assistenza domiciliare o scolastica. Questi molto spesso vengono lasciati totalmente a carico delle famiglie, senza alcuna assistenza, nel bel mezzo del lockdown.

Molti malati sono stati abbandonati durante il lockdown

Di tutti questi malati, queste condizioni al limite della sopportabilità, abbandonati e con difficoltà spesso accresciute in maniera inaccettabile dal lockdown e dai suoi effetti, purtroppo i giornali quasi non ne parlano. Lo stesso per il problema della tenuta delle nuove generazioni. I ragazzi, se rinchiusi troppo a lungo, rischiano di essere le grandi vittime nascoste di questo periodo di crisi.

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Alcuni studi emersi di recente, e che hanno fatto scalpore nell’opinione pubblica, spiegano che c’è una forte correlazione fra l’isolamento e il rischio di depressione fin dai nove anni di età. Gli esperti che hanno lavorato a questi report, spiegano che le misure adottate verso i giovani e i piccoli possono influenzare, in maniera molto pericolosa, la loro futura salute mentale.

I numeri drammatici della sanità inglese

Il sistema sanitario nazionale inglese rileva che un bambino su cinque, nell’età compresa fra i 5 e i 16 anni di età, sta sviluppando un problema psicologico dovuto all’isolamento in seguito alla restrizioni imposte dai governi per la pandemia. In tutto ciò, incidono tanto la mancanza di istruzione e di relazioni, quanto le difficoltà economiche dei genitori causate dalle chiusure, purtroppo sempre più crescenti.

Senza parlare, inoltre, del rischio per i pazienti che hanno superato il Covid e che rischiano di rimanere mentalmente lesi a vita. Il terrore mediatico che viene costantemente riversato sulla popolazione dalle istituzioni prima, e dai media poi, gioca un ruolo drammaticamente centrale in tutto questo.

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Serve supporto ai pazienti: nella solitudine ci si ammala ancora di più

Senza un supporto emozionale e vitale delle loro famiglie, la salute sia mentale sia fisica di molti dei 411 mila anziani residenti nelle case di riposo si sta improvvisamente deteriorando”, scrive a questo proposito il Daily Mail.

Diane Mayhew, co-fondatrice del gruppo Rights for Residents, ha affrontato la questione sul quotidiano britannico con grande pragmatismo. “La solitudine e l’isolamento uccideranno le persone prima del coronavirus. Abbiamo storie di gente che decide di smettere di mangiare e bere”.

Il dramma degli anziani rinchiusi e abbandonati negli ospedali

Kate Lee, della Alzheimer’s Society, ha poi spiegato che davanti al virus ci sono altre emergenze che aumentano. Tra queste, la solitudine degli anziani. “Bloccando le visite gli anziani sono privati di quello per cui molti vivono, l’amore della famiglia e degli amici. La gente muore di solitudine, di mancanza d’amore”.

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Insomma, ad oggi ci si trova spesso davanti a famiglie angosciate perché impossibilitate a vedere i figli. Oppure a parenti che soggiornano in strutture che gli forniscono cure che non potrebbe essere garantite a domicilio. Le persone, però, hanno anche bisogno dell’amore dei propri cari. Stare isolate in cura per lungo tempo diventa un’angoscia difficile da sopportare, e che incide in modo significativo anche nel decorso della malattia.

Giovanni Bernardi

Fonte: La Nuova Bussola Quotidiana

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