Come leggere la crisi del coronavirus dal punto di vista della Dottrina sociale della Chiesa?
L’Occidente sembra non riuscire a dare risposte alle difficoltà, e il rischio è quello di una deriva morale e di fede da cui bisogna guardarsi e che va combattuta con forza. L’Osservatorio Cardinale Van Thuân, partendo dal documento dell’arcivescovo Crepaldi, ha provato a dare una chiave di lettura di questo contesto.
La secolarizzazione dell’Europa e la crisi della Chiesa
La secolarizzazione dell’Europa e la crisi di identità dei cattolici, insieme alle difficoltà riscontrate dal modello economico capitalista, dal punto di vista della sostenibilità sociale e ambientale, e all’aggressività da un lato della Cina e dall’altro dall’ideologia transumanista, rendono il quadro particolarmente complicato.
In mezzo a tutto ciò, la risposta che la Chiesa sembra riuscire a dare con maggiore forza riguarda tematiche legate alla giustizia sociale, ma meno incisività – e purtroppo anche convinzione – pare avere quando si tratta di evangelizzare partendo dalla Verità di Cristo rivelata ai cattolici, ciò che permea dal profondo tutta la vita cristiana.
Al primo posto della Chiesa c’è la Parola di Cristo
L’economista Ettore Gotti Tedeschi sostiene che la Chiesa, mettendo al primo posto dei mali sociali “inequità” nella ripartizione delle risorse economiche, starebbe erroneamente sostenendo che “la miseria materiale è origine della miseria morale”.
Quando in realtà nel pensiero cattolico in certi casi la povertà è addirittura una virtù, una condizione attraverso la quale si può meglio scampare ai peccati del mondo. San Francesco, il poverello di Assisi, ha insegnato tanto in questa direzione, insieme a tutta la storia del monachesimo cristiano.
La Chiesa deve annunciare la Salvezza
La questione che Gotti Tedeschi pone è: se la Chiesa, nel suo Magistero, insegue le convinzioni del mondo, che cosa ha più da insegnare al mondo? L’economista, nella sua critica, spiega che è sbagliato pensare, come invece è stato affermato, che la Repubblica Popolare Cinese starebbe in qualche modo incarnando un modello positivo di Dottrina sociale della Chiesa.
Perché a quel punto bisognerebbe decidere cosa si vuole mettere al centro della dottrina cristiana, se il benessere materiale o quello spirituale. Se la redistribuzione della ricchezza materiale o l’annuncio di Gesù Cristo e della Salvezza che ci è stata donata con la Sua Resurrezione.
L’economia non può sostituirsi all’annuncio
L’economia infatti è solamente un aspetto della realtà umana, anche se purtroppo la società moderna ci fa credere, in qualche modo, che questa corrisponda all’incirca alla totalità della realtà e dell’esistenza umana. Sappiamo però bene che non è così. Ci sono fattori, per un cattolico, estremamente più importanti. Prima su tutti, la salvezza dell’anima.
L’unico modalità di “evangelizzare” l’economia passa non per politiche di redistribuzione ma per l’annuncio di Cristo come figlio di Dio. Questo è il centro della Dottrina Sociale della Chiesa, non altro. Se invece la Chiesa si sottomette alle logiche del mondo, il rischio è che sia il mondo a dominarla.
La Chiesa non può annacquarsi nel mondo
“Se la Chiesa si considera parte del mondo, sarà il mondo a “evangelizzare” in vece sua, proponendo criteri e soluzioni mondane”, dice infatti l’economista. “Se si permette di secolarizzare la pastorale sociale, non si risolveranno i problemi di giustizia, pace, fame, ambiente … si permetterà solo alla gnosi di sostituire il Cristianesimo nelle regole morali-sociali.
Se si sostiene che è la fattualità storica a spiegare la dottrina e la prassi quindi a fare la verità, si sottomette la stessa verità a dei criteri tecnici, per cui sarà valutata solo in funzione dei risultati ottenuti, diverrà pragmatica e si conformerà ai modelli del mondo, corrompendosi”.
Distinguere la verità dalla falsità
Il rischio perciò è importante e bisogna stare molto attenti a distinguere la verità e la falsità, anche quando le due si compenetrano tra loro fino a confondersi. Purtroppo il bene non può scendere a patti con il male e viceversa, non c’è una verità che esclude il male inglobandolo in sé, perché il male va sempre combattuto e allontanato.
Il vero bene comune offerto dai cattolici, perciò, deve consistere “nel formare alla conoscenza di Dio”. E non nel pensare di scendere a patti con chi non ha nulla a che vedere con la fede in Cristo. La Verità non può essere mai negoziabile, ma bisogna al contrario dire le cose come stanno, ed essere chiari. “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt 5, 17-37).
La persecuzione ai cattolici che continua
Altrimenti il rischio, come troppo spesso accaduto nella storia, e come ancora oggi succede in troppi paesi nel mondo, è che un po’ alla volta il cattolicesimo venga messo fuori legge. Anche nell’Occidente che al cristianesimo, invece, deve tutto.
“Subordinare la dottrina alla “realtà del nostro tempo” avvicina al luteranesimo che ha separato fede e opere e promosso il libero esame. Ma il rapporto con la presunta “realtà del nostro tempo” impone anche di vedere Cristo sempre più solo nella sua umanità (e pertanto credere sempre meno alla Divina Rivelazione)”, dice l’economista.
Gli errori a cui si rischia di andare incontro
“Si identificano come eretici coloro che vogliono restare ancorati alla Tradizione, si presenta la gnosi quale conoscenza salvifica per l’umanità, senza bisogno di un Salvatore, si promuove sempre più una religione immanente che pretende di poter vedere e toccare ciò che si deve adorare (la Madre Terra), cioè l’ambientalismo.
Magari anche apprezzando le religioni pagane, lo sciamanesimo, ma soprattutto svilendo la religione cattolica sino al punto da censurare il Genesi che nella rivelata centralità dell’uomo sarebbe colpevole di legittimare lo sfruttamento umano della natura e degli animali”.
La confusione e l’incertezza creata dal coronavirus
In tutto ciò, il coronavirus purtroppo ha offerto un approccio ancora più confuso delle certezze della modernità che prima ritenevamo tali, ma che purtroppo si sono presentate in tutta la loro debolezza. Mostrando chiaramente il bisogno che la nostra società ha di tornare a credere nel Salvatore.
“Questa cosiddetta pandemia offusca un po’ le certezze che avevamo nella scienza e nell’approccio scientifico alla sua soluzione”, dice Gotti Tedeschi. Che spiega: “Le vere cause si trovano nella negazione di leggi naturali, prime fra tutte quelle riferite alla vita umana ed alle nascite.
La crisi demografica e di fede genere la fine dell’Occidente
È stato il crollo voluto delle nascite in occidente a generare una serie di effetti sempre più negativi (delocalizzazione accelerata in Cina, legata ai costi bassissimi di produzione, per far consumare sempre di più gli occidentali), l’ultimo dei quali è la pandemia. Frutto del caos conseguente alla negazione dell’ordine naturale del Creatore”.
In sostanza, se l’Occidente rinnega il cristianesimo non avrà la possibilità di resistere all’impatto del tempo. Ma le tentazioni di andare in questa direzione, purtroppo, sono tante e sempre più forti. E l’insidia più grande di tutte, viene spiegato nell’intervista pubblicata su, “è rappresentata dal Nuovo Ordine Mondiale per l’umanità e per la Chiesa”.
Cos’è il Nuovo Ordine Mondiale
“Il nuovo Ordine mondiale è l’estensione postilluminista-tecnocratica-positivista del sogno di uniformizzare il mondo intero: tutti fratelli, tutti uguali, tutti liberi, tutti felici, ricchi, belli e sani. Solo, un po’ meno di numero… A fine anni Sessanta ci riprovarono negli Usa grazie a Henry Kissinger and friends”, spiega Gotti Tedeschi.
Rievocando le parole pronunciate nuovamente da Benedetto XVI, nella sua ultima intervista a Peter Seewald, dove descrive quella che stiamo vivendo come una “dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche” e di “forza spirituale dell’Anticristo”. “La crisi sanitaria-economica-sociale-geopolitica in atto potrebbe accelerare la dittatura mondiale oppure incepparne il meccanismo”, spiega l’economista.
La soluzione? Ritornare a Dio
Quandi, quale soluzione a tutto ciò? “Ritornare a Dio sembra l’unica soluzione”, risponde l’economista. “Ritornare a Dio per ritornare all’ordine. Restaurare la Civiltà Cristiana ovvero ripensare la civiltà sul fondamento della Verità perenne e immutabile che è Cristo. Sembra un progetto irrealizzabile oggi, eppure è l’unico veramente alternativo a quello anticristico della dittatura mondiale”.
Per farlo, perciò, bisogna partire dal quotidiano. Dalla famiglia e dal lavoro, facendo apostolato, educando i figli alla fede e creando spazi in cui vivere la fede. “Io credo che la resistenza cattolica necessiti il ritorno alla alimentazione delle tre dimensioni dell’uomo, che è fatto di carne, intelletto e spirito. Pertanto, oltre alla alimentazione corporea, quella intellettuale e spirituale“.
Giovanni Bernardi
fonte: www.vanthuanobservatory.org
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