Coronavirus: ecco chi è il bimbo che pregando ha commosso il mondo

Dalla calle Junín del distretto Guadalupe, nella regione peruviana La Libertad, l’immagine del bambino che prega il Signore in ginocchio nella strada ha fatto il giro del mondo.

Alen Castaneda prega
Lo scatto del piccolo Alen Castañeda Zelada ha fatto il giro del mondo e ha commosso molte persone, ravvivando la speranza che con la fiducia nel Signore è possibile sconfiggere ogni male – sourceweb

I social network sono rimasti affascinati, e molte persone si sono commosse alla vista di questa toccante foto. Il bambino stava chiedendo al Signore la fine della pandemia che sta ferocemente colpendo il pianeta. La fotografia lo ritrae intento a parlare con Gesù e a rivolgerglisi con tutta l’intensità e la profondità del suo cuore innocente di bambino, trasportando chi la osserva nel bel mezzo della scena.

Nel mezzo del coronavirus, la speranza nel Signore si riaccende

Il coronavirus ha infatti colpito, insieme al resto del mondo, anche il Perù, come tutta l’America Latina, consacrata nel mezzo della difficoltà dai vescovi sudamericani alla Madonna di Guadalupe. Diverse notizie sono arrivate in sequenza per ravvivare la speranza del paese.

Tra queste, la nascita del primo bambino affetto da coronavirus, avvenuta il 15 aprile tra le misure di massima sicurezza dell’ospedale. Oppure la notizia di un paziente di 90 anni, Valerio Santa Cruz Fernández, dimesso dopo avere contratto il virus, da molti considerato un vero e proprio miracolo. E infine quella dell’intero vicinato che si è stretto in preghiera con il piccolo.

casa famiglia preghiera coronavirus
Una donna con la mascherina in un momento di preghiera. Nelle difficoltà del coronavirus affidiamoci a Gesù – sourceweb

Con l’aiuto di Gesù si sconfigge ogni male

Tutto questo ha rinnovato la convinzione viva e forte degli abitanti del quartiere che con l’aiuto di Gesù si può sconfiggere ogni male. “Oggi nel quartiere ci uniamo per pregare Dio per la situazione d’emergenza che stiamo vivendo, per così condividere speranza e fede”, sono le parole che ha pronunciato l’autrice della fotografia, Claudia Alejandra Mora Abanto, su Facebook.

“Ho colto l’occasione di avere qualche minuto prima che le persone uscissero a pregare per fotografare tutte le candele. È stato bellissimo quando ho visto questo bambino, e approfittando della sua concentrazione l’ho immortalato”, ha scritto.

La preghiera al Signore nata dalla mancanza dei nonni

In seguito allo scatto la donna si è avvicinata al bimbo per chiedergli cosa stesse facendo, in uno scenario che sembra la sceneggiatura di un film. “Nella sua innocenza mi ha risposto che chiedeva solo una cosa a Dio e che era uscito perché a casa sua c’era molto rumore, e in quel modo il suo desiderio non si sarebbe realizzato”, ha raccontato la donna.

coronavirus perù
Un uomo di novant’anni in Perù è guarito dal coronavirus, la sua notizia è diventata fonte di speranza per molti – sourceweb

“Sono rimasta col sorriso sul viso, con la fede e la speranza a mille, ma soprattutto incantata per il fatto di essere stata testimone dell’amore e della fiducia di quel bambino nei confronti di Dio. Quanto è bello che venga loro instillato questo anche in tempi difficili!”.

Il piccolo Alen e la preghiera che ha commosso il mondo

Il bambino, ha successivamente ricostruito un canale nazionale, si chiama Alen Castañeda Zelada e ha sei anni. A scendere in strada per pregare il Signore, lo ha spinto l’amore per i suoi nonni che non ha la possibilità di vedere da momento in cui anche in Perù sono state ufficializzate le restrizioni di sicurezza.

“Prego perché Dio si prenda cura di chi è affetto da questa malattia. Sto chiedendo che nessuno esca, molti anziani stanno morendo per questo”, ha poi detto lo stesso bimbo, rintracciato e intervistato dai giornalisti.

La preghiera collettiva sull’onda dello scatto

“Siamo una famiglia cattolica e sono rimasto piuttosto sorpreso, stanno accadendo tante cose in questo mondo – la pandemia, vedere tante persone che muoiono…”, ha affermato il papà. “È stato davvero inaspettato. Mio figlio è un bambino di sei anni e non pensavo che avrebbe reagito in questo modo”.

Preghiera epidemie
Nell’isolamento dovuto al coronavirus, bisogna affidarsi al Signore per mezzo della preghiera – sourceweb

Sull’onda del suo gesto, infatti, gli abitanti del quartiere si sono organizzati per recitare ogni sera una preghiera collettiva. Tanti lo hanno fatto uscendo fuori dalle proprie abitazioni. E l’iniziativa è stata replicata anche in altri distretti.

Giovanni Bernardi

Fonte: aleteia.it

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