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Coronavirus, un allarme per la salute mentale pubblica. Serve preghiera

Il Coronavirus  ha generato finora duri effetti sulle condizioni psicologiche delle persone. Ansia, depressione, la salute mentale è in crisi per molti.

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 Si parla infatti spesso di un effetto del Coronavirus devastante dal punto di vista fisico, purtroppo ci si dimentica spesso di segnalare gli effetti psichici sulle persone. Finora nel mondo ci sono stati 38 milioni di infettati e oltre un milione di morti, ma se non si interverrà adeguatamente gli effetti sulla salute mentale delle persone potrebbero essere ancora maggiori.

L’allarmismo continuo e i numeri del disagio dovuto al Coronavirus

Il problema, infatti, non è curare ma prevenire. Eppure l’allarmismo continuo e il bombardamento mediatico di certo non fanno bene a chi sta a casa, nelle proprie abitazioni, e segue le vicende dell’intero paese dal proprio salotto. La sensazione di vuoto e di impotenza si scontra con il martellamento di numeri, interviste, casi, allarmi. E si genera il panico.

Se infatti le statistiche dicono che circa due terzi delle persone riescono a resistere alle avversità e agli eventi traumatici mostrando una buona dose di resistenza, o resilienza, tutti gli altri restano scoperti e indifesi di fronte al pericolo. Per questo l’ipotesi degli esperti è che gli effetti della pandemia saranno duri, e ad ampio spettro.

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Si parla di uno uno “tsunami” di malattie mentali postpandemico

Gli scienziati parlano già infatti, in maniera drammatica, di uno “tsunami” di malattie mentali postpandemico. E come potrebbe essere altrimenti, ci si chiede, visto che le vite di centinaia di milioni di persone hanno subito da un momento all’altro una rivoluzione senza precedenti.

C’è inoltre da considerare che la pandemia non ha colpito tutti allo stesso modo. Il lockdown è stato soltanto uno degli aspetti di questi mesi. Gli altri sono stati la perdita dei propri pari e di conoscenti, il rischio di perdere il lavoro e di rimanere strozzato dai pagamenti, la paura per la propria salute e per quella degli altri, l’isolamento nelle proprie abitazioni o le difficoltà di convivenza.

Le difficoltà vissute con il lockdown: salute mentale in crisi

Insomma, al rischio di malattia fisica si aggiunge la difficoltà delle relazioni interpersonali, delle questioni lavorative e finanziarie, e dei modi in cui gli Stati hanno o non hanno messo in campo soluzioni per affrontare la crisi. I medici registrano principalmente una crescita di stress e insonnia. Con la nascita di alcune sindromi.

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Come la sindrome della capanna, ovvero la difficoltà a uscire nuovamente da un ambiente protetto come quello di casa propria. Oppure dall’altro lato la sindrome di Robinson Crosue, che consiste nell’eccesso spostamenti compiuti da chi si è sentito finalmente “liberato” dalla prigione domestica. Senza contare altri fattori come uno sfasamento dei ritmi del sonno e dell’alimentazione, l’aumento di assunzione di alimenti e di alcool, la diminuzione dell’attività fisica e la quasi totale scomparsa di rapporti interpersonali diretti.

I più esposti ai rischi di salute mentale: medici, infermieri, giovani

Ma i più esposti al rischio di disagi per la salute mentale sono medici e operatori che si sono trovati in prima linea negli ospedali ad affrontare il virus. Spesso sono stati esaltati come eroi per essere scaricati poco dopo, fin quasi a bollarli come untori. Per i medici si dice che nel 75 per cento dei casi c’è stato un periodo di forte stress, per il 50 per cento depressione e ansia e per il 35 per cento insonnia.

Ancora più gravi i risultati per gli infermieri. Infine per i giovani e per i più giovani, che in questi anni vivono i momenti cruciali per la loro crescita e si sono trovati a dover comprendere e fare fronte a un male certamente più grande di loro.

Affrontare la sfida per trarne un cambiamento. Serve preghiera

Ora la sfida sarà quella di affrontare il periodo di difficoltà sotto una nuova luce, per trasformarlo in una opportunità di cambiamento psicologico, a vantaggio di sé stessi e di chi ci sta intorno.

C’è bisogno di affidarsi al Signore, con la preghiera quotidiana e con la Santa Messa, anche ogni giorno se possibile, affinché ci conduca tra le sue braccia, in cui c’è pace e armonia e in cui il Suo amore dilata il nostro cuore e i nostri orizzonti anche in mezzo alle più accese sfide e difficoltà.

Giovanni Bernardi

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Giovanni Bernardi

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