Coronavirus: contro il contagio l’Africa intensifica le Messe

Il Coronavirus sta lentamente arrivando anche in Africa. Sono otto gli stati in cui si sono già registrati casi di contagio dovuti a questa terribile epidemia.

Coronavirus Missionario Zambia

Il primo paese contagiato è stato l’Egitto, poi a cascata è arrivato in Algeria, e in Nigeria. Quindi Tunisia, Marocco, Senegal, Sudafrica, Camerun, Togo.

Nelle mappe delle zone rosse, l’Africa non rientra. La cosa che spaventa è che non si sa con precisione quale sia la portata del rischio contagio, semplicemente perché non si è in grado di quantificarlo e monitorarlo. Il numero di tamponi effettuati è sicuramente più basso rispetto all’Europa o all’Italia.

Il rischio di Coronavirus in Africa

Paesi come la Nigeria, ad alta densità demografica, sono quelli che più preoccupano. Gli organismi internazionali che se ne occupano, per supplire alle carenze di governi che non hanno le possibilità materiali di affrontare il problema, registrano un numero crescente di casi e si preparano al peggio. Al fianco dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ci sono molte ONG, Organizzazioni Non Governative, come Medici senza Frontiere.

Ci sono anche i numerosi ospedali gestiti da gruppi religiosi, i tanti missionari che compiono in maniera santa e silenziosa opere di misericordia e di carità che aiutano l’Africa ad andare avanti. I nostri missionari, infatti, sono i veri santi moderni che giorno dopo giorno, nelle situazioni più dure e di maggiore sofferenza, donano la propria vita per aiutare il prossimo senza chiedere nulla in cambio.

Il rischio Coronavirus sta diventando una realtà anche in molti paesi del continente africano (sourceweb)

L’opera dei missionari e della Chiesa locale

Grandi Ospedali, come il Lacor Hospital di Gulu in Uganda, o il Chaaria Hospital in Kenya, forniscono servizi medici a un alto numero di persone, rispettivamente 250 mila e 65 mila. Ma di piccoli servizi ospedalieri e sanitari, ambulatori sparsi qua e là, gestiti da missionari e parrocchie, ce ne sono una miriade. Questi sono, per la maggior parte dei casi, in condizioni durissime e di grande difficoltà.

La Chiesa locale, con le sue parrocchie e diocesi, è scesa in campo per portare la preghiera ai sofferenti, per chiedere al Signore di allontanare questo virus drammatico. Se in Italia infatti sono state vietate le messe, in tutta l’Africa in questi giorni le invocazioni al Signore sono sempre più intense e frequenti, affinché li tenga lontani dalla minaccia del Coronavirus.

La preghiera per combattere l’epidemia

Le indicazioni, per certi versi, nei paesi colpiti dall’epidemia sono le stesse delle nostre chiese. Riguardano comunione sulla mano, acquasantiere svuotate e niente scambi della pace. Un’epidemia in paesi come la Nigeria o il Senegal risulterebbe davvero una rovina sconvolgente, che i sistemi sanitari locali non avrebbero alcun modo di affrontare.

Un ospedale africano (sourceweb)

Per questo le messe non sono state interrotte, perché bisogna pregare con tutta la nostra forza affinché questo non avvenga. E prendere tutte le precauzioni possibili, come raccomandato anche dall’arcivescovo della capitale senegalese di Dakar ai fedeli e a tutti i cittadini. Quindi preghiamo anche noi per i nostri fratelli africani, affinché il peggio non avvenga e il Signore conceda loro la grazia di scampare da questo pericolo.

Giovanni Bernardi

Fonte: lanuovabq.it

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