“Convivere è peccato, non commettere adulterio!”, ce lo ricordava la Polonia, tempo fa, con dei cartelloni pubblicitari, affissi per le strade.
La Polonia voleva ribadire quanto espresso dal Papa emerito, Benedetto XVI, tempo addietro: “La pratica della coabitazione, prima del matrimonio, è gravemente peccaminosa, per non parlare del fatto che danneggia la stabilità della società”.
Ciò è sancito anche dal Catechismo della Chiesa Cattolica che, certamente, ci aiuta a riscoprire alcuni valori cristiani, che vengono bypassati dalle mode del momento.
Quei manifesti furono voluti, qualche anno fa, dalla Commissione per la Pastorale Familiare della Conferenza Episcopale polacca, proprio per richiamare l’attenzione della gente sulle fondamenta della dottrina cristiana, sul peccato e sul sesto Comandamento: “Non commettere adulterio”.
I media laicisti ed anticattolici non fecero mancare il loro parere contrario.
Come è accaduto per tanti cartelli pro vita, probabilmente, verrebbero demoliti, tacciati di limitare la libertà di pensiero o di influenzare quello delle persone più deboli; oppure, come è accaduto già in molte scuole, in cui si evitano crocifissi e presepi, si direbbe che i cristiani non hanno abbastanza rispetto per le altre religioni.
Beh, non è una questione di rispetto per gli altri, ma è un’espressione di libertà anche la nostra: quella di scegliere Cristo, al di la di cosa dice il mondo.
Antonella Sanicanti
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