Conte difende il papa: “Le accuse di Vigano? Assurde e meschine”

Accuse Viganò assurde e meschineIl presidente del Consiglio Giuseppe Conte si esprime sulle accuse mosse dal cardinale Viganò a papa Francesco giudicandole prive di fondamento e meschine.

Da un mese a questa parte le accuse nei confronti di papa Francesco riguardo al presunto disinteresse sulle azioni del cardinale McCarrick (condannato recentemente per abusi ai danni di seminaristi) contenute nel dossier del cardinale Viganò fanno discutere i vaticanisti. Allo stato attuale delle cose non ci sono prove per ritenere il Santo Padre colpevole di aver ignorato dei segnali sulla colpevolezza del cardinale, il quale – a differenza di quanto sostenuto da Viganò- non era stato interdetto dallo svolgere i propri compiti ufficiali da Benedetto XVI.

Ciò nonostante l’ala radicale della Chiesa, sostenuta da parte dell’area politica di destra e dalla stampa clericale favorevole all’ala conservatrice del Vaticano ha rilanciato il dossier di Viganò e calcato la mano contro il pontefice, sostenendo che non fosse moralmente degno di assurgere al proprio ruolo.

Giuseppe Conte appoggia il papa e rigetta le accuse di Vigano: “Assurde e Meschine”

In una recente intervista concessa a ‘Famiglia Cristiana‘, il premier Giuseppe Conte ha risposto alla domanda sulle accuse rivolte al papa, schierandosi a favore del pontefice: “Non ho elementi di conoscenza diretta e per questo non sono in grado di esprimere una puntuale valutazione nel merito della vicenda. Osservo però che le accuse rivolte a papa Francesco appaiono visibilmente assurde e pretestuose. Il Santo Padre ha sempre svolto il suo apostolato e interpretato il suo ruolo con profonda umanità, sensibilità e umiltà. Il suo spessore religioso e umano lo pongono ben al di sopra di questi vili e meschini attacchi”. Il primo ministro si è espresso in favore anche di una politica di accoglienza dei migranti più aperta rispetto a quella attuale: “Anche papa Francesco, alcuni giorni or sono, ha osservato che bisogna accogliere i migranti nella misura in cui si integrino, con la prudenza dei governi, e che non sia una minaccia contro la propria identità. È un principio a cui ispiriamo la nostra azione di governo”.

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Luca Scapatello

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