Ogni cristiano sa che, per essere pronti a ricevere la Comunione, vero Corpo di Cristo, si devono tenere alcuni “comportamenti” consoni.
Si tratta di predisposizioni dell’animo, che implicano il pentimento per aver commesso un certo peccato, la Confessione a Dio – attraverso il sacerdote, durante il Sacramento della Confessione – e il proponimento di non commettere gli stessi errori. Quest’ultimo punto è fondamentale, per ricevere l’assoluzione dal sacerdote, ossia il perdono di Dio, e per essere nuovamente pronti a ricevere l’Eucarestia. Cosa accade, dunque, se non ci si prepara adeguatamente?
“La Sacra Scrittura è chiara: chi vuole fare la Santa Comunione deve prima esaminarsi e poi – evidentemente se non trova ostacoli – può nutrirsi in maniera salutare del Corpo del Signore. Diversamente “mangia e beve la propria condanna” (1 Cor 11,29)”. A ricordarcelo è il Domenicano padre Angelo, rispondendo ad un fedele che lo interrogava sulla sorte di chi prende l’Eucarestia, senza aver compiuto i passi necessari.
Dice ancora padre Angelo: “Il tuo amico, che non si confessa da anni, è alquanto disordinato nella sua vita cristiana. Se si fosse trovato in una celebrazione normale della Messa, molto probabilmente sarebbe rimasto al suo posto, perché è consapevole che è necessario confessarsi, quando c’è una vita disordinata. Di fronte al ministro che gli ha detto “il Corpo di Cristo”, non ha osato dire di no e l’ha ricevuta”. Il padre si riferisce ad una Messa in cui i Ministri che distribuivano la Comunione si sono avvicinati ai fedeli, tra i banchi della Chiesa, senza attendere che si recasse all’altare solo chi consapevolmente avrebbe voluto cibarsi di Cristo.
“Il Catechismo della Chiesa Cattolica ricorda che la prima condizione per poter fare una Comunione, che sia sorgente di grazia e non motivo di condanna, è l’essere in grazia di Dio. Ecco che cosa dice: “Per rispondere a questo invito, dobbiamo prepararci a questo momento così grande e così santo.
San Paolo esorta a un esame di coscienza: «Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del Corpo e del Sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve, senza riconoscere il Corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna» (1 Cor 11,27-29). Chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il Sacramento della Riconciliazione, prima di accedere alla Comunione”.
La Confessione permette la riconciliazione col Padre Celeste e la riapertura di quell’intimo e sano dialogo d’amore tra il Creatore e la sua creatura.
Antonella Sanicanti
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