Como è da diversi decenni una città in cui i migranti, registrati e non, trovano un rifugio ed un appoggio in vista di un trasferimenti oltre i confini italiani. In questo contesto di emergenza umanitaria si erse a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 la figura di Don Beretta, un sacerdote che faceva il possibile per mettere in pratica il verbo aiutando le persone in difficoltà che chiedevano aiuto.
Proprio la sua nota disponibilità nei confronti dei bisognosi portò da lui, il 20 gennaio del 1999, un giovane immigrato di origine nord africana. Come molti in quel periodo, l’uomo aveva ricevuto un bigliettino sul quale vi era scritto il nome del sacerdote, per questo vi si rivolse convinto di trovare riparo. Il loro incontro ebbe durata breve ed epilogo tragico: il sacerdote disse all’uomo di tornare in un secondo momento, aveva del lavoro parrocchiale da svolgere e lo avrebbe aiutato in un secondo momento, ma il richiedente aiuto non accettò la risposta e accoltellò il malcapitato.
Anche in quell’occasione Don Beretta mostrò le sue virtù cristiane, dicendo a chi tentò di soccorrerlo che non era successo niente e che il suo aggressore voleva solo spaventarlo. Purtroppo in quell’incidente il sacerdote perse la vita e la comunità si ritrovò orfana di un uomo caritatevole e di un perno su cui appoggiarsi.
In questi venti anni la situazione di Como è pressoché invariata, alla guerra i Kosovo si è sostituita quella in Siria, ai migranti dei Balcani quelli del nord Africa e del medio oriente, ma la richiesta di asilo ed i viaggi dei migranti verso la Svizzera sono una realtà ancora presente. Il prossimo 20 gennaio ricorrerà il 20° anniversario dalla morte di Don Beretta e la città di Como si unirà per celebrarlo prima con una manifestazione per le vie della città, quindi con una cerimonia in Chiesa.
Nel contempo grazie alla Caritas Diocesana e all’8×1000 si punta a migliorare il servizio ‘Como città di Confine’ adibito all’assistenza dei poveri. Con i contributi volontari degli italiani, infatti verrà istituito lo sportello ‘Porta Aperta’, centro di ascolto e accoglienza dedicato proprio a Don Beretta, verranno assunti altri operatori per migliorare e potenziare il servizio Mensa e quello di assistenza medica. Inoltre verranno create altre 7 stanze per il dormitorio allestito dai Comboniani. Tutto contribuirà a dare giustizia alla volontà ed alla figura di un sacerdote che ha dedicato tutta la sua vita ad aiutare i più bisognosi.
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Luca Scapatello
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