Commento al Vangelo: Cosa andate a vedere in chiesa?

Sappiamo seguire gli insegnamenti di Gesù? Lui vuole accrescere la nostra fede, e ricordarci il vero senso del Natale. Padre Guy ci spiega il Vangelo di oggi.

Padre Guy medita il Vangelo
La meditazione sul Vangelo di questa terza domenica di Avvento del nostro Padre Guy. Un momento per comprendere meglio il contenuto della Parola di oggi.

L.d.M. – Padre Guy, Oggi celebriamo la terza domenica di avvento. Cosa viene a dirci il Padre nella Liturgia di oggi?

Commento al Vangelo secondo Matteo 11,2-11

P. Guy – Carissimi fratelli e carissime sorelle, pace e bene. La terza Domenica di Avvento è detta anche la domenica della gioia “gaudete”. Nella prima lettura, dopo aver vissuto nella sofferenza della schiavitù, il Signore Dio, dalla bocca del Profeta Isaia, annunzia la venuta imminente del Messia, colui che viene a liberare il popolo dalla schiavitù: “Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e si schiuderanno gli orecchi dei sordi. Allora lo zoppo salterà come un cervo, griderà di gioia la lingua del muto”.

L.d.M. – Isaia annuncia l’avvento del Messia ma nel Vangelo perché Gesù parla di Elia?

P. Guy – Perché Gesù fa sempre riferimento alle Scritture. Prima deve venire Elia: “Allora i discepoli gli domandarono: Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?. Ed egli rispose: Sì, verrà Elia e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elia è già venuto e non l’hanno riconosciuto; anzi, l’hanno trattato come hanno voluto. Così anche il Figlio dell’uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava di Giovanni il Battista; E se lo volete accettare, egli è quell’Elia che deve venire“. (Mt 17, 10-13; 1,14).

vangelo

Giovanni, voce di uno che grida nel deserto

L.d.M. – Anche domenica scorsa Gesù aveva parlato di Giovanni il Battista. Cosa cambia in questo brano?

P. Guy – Domenica scorsa, il Vangelo, ci ha fatto scoprire un Giovanni il Battista, come voce che grida nel deserto, che invita la folla, la gente alla conversione, con il battesimo. In questa terza domenica scopriamo invece un Giovanni Battista in carcere e dubbioso della presenza del Messia in mezzo al popolo: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?” Questa espressione indica evidentemente il culmine di tutte le speranze nella persona del Messia. Si era trasformata in una frase tecnica per descrivere il messianico e poteva designare sia il profeta che doveva venire (Dt 18,15) e sia il Messia in persona” (cf. commento della Bibbia liturgica).

L.d.M. – Come risponde Gesù alla domanda di Giovanni?

P. Guy – Gesù invita i discepoli di Giovanni a riferire ciò che il profeta Isaia aveva annunziato (prima lettura): “I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano”. (Is 35, 5-6; 61,1)”. Gesù rimanda Giovanni a riconoscerlo comeMessia attraverso i segni. Giustamente, nel Sacra Scrittura, Gesù non si definisce da solo se non raramente, lascia alla gente scoprire pian piano la sua vera natura. Questo è quello che si chiama “il segreto messianico”.

Voi cosa siete andati a vedere nel deserto?

L.d.M. – A questo punto del Vangelo i discepoli tornano da Giovanni e Gesù si rivolge alla folla con una domanda molto diretta. “Che cosa siete andati a vedere nel deserto?” Perché fa questa domanda?

P. Guy – «Il fatto che i giudei non avevano riconosciuto la presenza del Messia, cioè, l’inviato del Padre, colui che doveva venire a salvare il mondo, significava che questi non avevano neanche riconosciuto il ruolo, la missione, di Giovanni Battista.

L.d.M. – Ma i Giudei riconoscevano Giovanni come profeta

P. Guy – Certo Giovanni era stato riconosciuto come profeta, ma non era un profeta qualsiasi. Giovanni era il precursore, il messaggero, colui che è venuto a preparare la via del Signore. Giovanni Battista è quell’Elia che doveva venire prima dell’arrivo del Messia.

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Cosa siamo andati a vedere in chiesa?

P. Guy – Carissimi, a questa domanda: “che cosa siete andati a vedere nel deserto?”, mi viene da pensare, è come se Gesù ci chiedesse: che cosa andiamo a vedere in Chiesa? La risposta a questa domanda necessita un’introspezione, cioè ciascuno è invitato a osservare, guardare come si comporta nella società.

Le domeniche ed i giorni feriali andiamo spesso a messa e ascoltiamo la Parola di Dio. Ma quella parola ha un impatto positivo nella nostra vita, nella tua vita? Ci sono i segni di conversioni oppure usciamo dalla Chiesa, dalla preghiera come siamo entrati? Che cosa andiamo a vedere, o a fare in Chiesa? A mostrare i nuovi vestiti? A onorare i nostri appuntamenti? A passare tempo perché ci annoiamo a casa?

Riflessioni finali al Vangelo di oggi

E’ ora cari miei, di ascoltare la voce di Giovanni Battista che ci invita la preparare la via del Signore nel nostro cuore. Natale è quasi alla porta, sicuramente, stiamo pensando già ai regali, agli invitati, al cibo che si mangerà, alla musica, alla danza. Ma abbiamo pensato a quando partecipare alla Santa messa il giorno di Natale?

Carissimi, san Giacomo nella seconda lettura ci dice: “Siate costanti anche voi, rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina”. Chi ha orecchia, intenda.

Buona domenica da Padre Guy

Padre Guy medita il Vangelo di oggi

Chi è Padre Guy

Per i fratelli e le sorelle che seguono la Luce di Maria, anche negli incontri periodici di preghiera, Padre Guy non ha bisogno di presentazioni. Più volte ci ha infatti accompagnato sia nei pellegrinaggi (Medjugorje, Collevalenza, Montecassino, San Vittorino) che nelle celebrazioni donandoci sempre momenti di profonda riflessione con le sue omelie e le sue catechesi.

Padre Guy-Léandre NAKAVOUA LONDHET  viene consacrato sacerdote il 17.07.2005 in Congo a Brazzaville. Ha iniziato i suoi primi passi come sacerdote proprio nella parrocchia di cui ora è parroco, Santa Brigida di Svezia a Roma nella borgata di Palmarola. Era il 13.09.2005 e non sapeva neanche una parola di Italiano.

Perché è in Italia

Padre Guy si trovò improvvisamente proiettato in una realtà completamente nuova: “Nella nostra Congregazione abbiamo la possibilità di scegliere tre paesi dove vogliamo esercitare il ministero sacerdotale ed essere missionari. Avevo scelto: Gabon, Messico e l’Isola della Riunione sull’Oceano Indiano. Il Consiglio Generale, che ha il diritto di mandarci dove trova più necessità. Mi propose dunque (ce lo dice con un meraviglioso sorriso) di venire in Italia a Roma.

“Che c’è da fare a Roma con tutte le chiese, che riempiono il suo territorio, esisterebbe ancora uno spazio per la missione? Sinceramente non volevo venire in Italia, non me la sentivo, ma un confratello mi aveva detto: Vai e vedrai!. Per l’obbedienza dissi di sì e decisi di venire.

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