“Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?.Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi”. Questa la Parola del Signore di oggi tratta dal Vangelo secondo Matteo.
Il Messia racconta la Parabola del Padrone generoso per fare capire che nessuno nel Regno dei Cieli sarà superiore ad un altro.
Nella parabola del Padrone generoso, leggiamo che questo concorda con alcuni lavoratori una paga per l’intera giornata. Nel corso di quello stesso giorno, però, il padrone esce di casa tre volte e ogni volta invita nuovi lavoratori a raggiungere gli altri nella vigna. Quando giunge il momento di pagarli, questo dà a tutti la stessa cifra. Alcuni si lamentano, ma questo li rimprovera, invitandoli a non provare invidia della sua bontà.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono.
Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto.
Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perchè ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
La Parola del Signore di oggi ci invita a non considerare il Regno dei Cieli come un regno terreno. In quel luogo nessuno è “disoccupato”, tutti hanno il proprio ruolo e nessuno di loro ha un ruolo di preminenza o una gratificazione superiore rispetto ad un altro. A decidere il compenso di ognuno non sarà infatti la giustizia umana, ma quella divina. Agli occhi del Signore siamo tutti uguali e suo figlio ci ha promesso la salvezza in caso di pentimento, dunque, tale ricompensa non varia in base a quando è giunto il pentimento.
Luca Scapatello
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