Commento alla Parola di oggi: “Qui vi è uno più grande di Salomone”

“Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!”. Questa la Parola del Signore di oggi tratta dal Vangelo secondo Matteo (12, 38-42).

Il Vangelo di oggi ci dice

Il Messia rifiuta di dare un segno a scribi e farisei e preannuncia loro una condanna eterna per non avere creduto al Figlio dell’uomo.

Gli scribi ed i farisei non credono alla missione né alla natura divina di Gesù Cristo. Gli si avvicinano e lo sfidano a mostrare loro una prova che gli permetta di credere. Il Messia, però, si rifiuta e risponde con dure parole di condanna. Nel farlo gli dice apertamente che saranno condannati da quelli di Ninive che credettero alle parole di Giona, così come dalla Regina del Sud che viaggiò per chiedere consiglio a Salomone. Il perché di questa superiorità dei pagani nei confronti dei capi d’Israele è che colui che avevano di fronte era più grande sia di Giona che di Salomone.

Dal Vangelo secondo Matteo (12, 38-42):

In quel tempo, alcuni scribi e farisei dissero a Gesù: «Maestro, da te vogliamo vedere un segno». Ed egli rispose loro: «Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona il profeta. Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell’uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra.
Nel giorno del giudizio, quelli di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona! Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro questa generazione e la condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone!»

Commento alla Parola di oggi

La Parola del Signore di oggi è un duro atto di condanna per i capi degli israeliti che hanno assistito alla sua venuta. Quando parla del segno di Giona, Gesù si riferisce in modo chiaro alla resurrezione, visto che dice che come lui il Figlio dell’uomo starà per tre giorni e per tre notti sotto terra. Questo è l’unico segno che il Cristo concederà agli uomini che lo hanno condannato a morte e a tutti gli altri.

Tuttavia già sa che i farisei e gli scribi non si convertiranno nemmeno dopo aver assistito a quel segno e quindi li accusa di essere degli infedeli.Disconoscendo Gesù, spiega ancora il passo, i capi d’Israele stanno andando contro il patto di Javeh. Non a caso il Cristo li chiama “generazione malvagia e adultera”, poiché sono così influenzati dall’opera del demonio da non rendersi conto di tradire i principi basilari della loro fede.

Nel passo inoltre cita sia gli abitanti di Ninive, che si convertirono dopo che Giona uscì dallo stomaco della balena, sia la Regina del Sud che viaggiò per ascoltare il saggio consiglio di Salomone. Paradossalmente, spiega, alla fine dei tempi saranno questi pagani convertiti a giudicare gli israeliti, il popolo eletto da Dio, poiché non hanno riconosciuto il Messia.

 

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Luca Scapatello

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